I nuovi minimi tabellari del lavoro domestico in vigore dal 1° gennaio 2023 acquisiscono la rivalutazione in base all’aumento dell’inflazione
La definizione degli aumenti in busta paga è scatta a seguito del mancato accordo tra associazioni datoriali, preoccupate di far ricadere oneri eccessivi sui datori di lavoro domestico, e le sigle sindacali impegnate agarantire adeguati livelli retributivi ai lavoratori del settore, già particolarmente fragili e chiamati ad affrontare il costante aumento del costo della vita.
Da qui, la scelta di ricorrere alla variazione periodica della retribuzione minima nella misura pari all’80% della variazione del costo della vita rilevata dall’ISTAT per quanto concerne le retribuzioni minime contrattuali, e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio.
La tabella con gli importi retributivi aggiornati per CCNL Lavoro Domestico riporta i seguenti minimi retributivi per i lavoratori conviventi, differenziati a seconda del livello e in alcuni casi con indennità aggiuntiva:
- livello A – 725,19 euro;
- livello AS – 857,06 euro;
- livello B – 922,98 euro;
- livello BS – 988,90 euro;
- livello C – 1.054,85 euro;
- livello CS – 1.120,76 euro;
- livello D – 1.318,54 euro, più indennità 194,98 euro;
- livello DS – 1.384,46 euro, più indennità 194,98 euro.
La tabella completa con le retribuzioni minime contrattuali è pubblicata sul sito web del Ministero del Lavoro.