La pubblicità online è oggi un elemento strategico per molti siti web: le risorse economiche che produce, tuttavia, possono tradursi in un disagio per gli utenti.
Ma è davvero così oppure l’advertising su Internet è oggi un elemento “natuale” e ben accetto in fase di navigazione?
Secondo un recente studio, pubblicato su AdAge, sarebbero pochi i consumatori disposti a pagare un abbonamento mensile o annuale per l’eliminazione della pubblicità sui propri siti web preferiti.
Gli utenti non avvertirebbero quindi il bisogno di rimuovere gli annunci pubblicitari dai siti che visitano e leggono regolarmente, e certamente non a pagamento.
Solo il 4% dei consumatori sarebbe “molto propenso” a pagare tra i 39,99 ed i 29,99 dollari l’anno – meno di 3 o 4 dollari al mese – perchè la pubblicità venga rimossa dai loro siti preferiti.
Iniziative sul campo, intraprese da network come Fark non hanno infatti riscosso un grande seguito. Lo stesso fondatore Drew Curtis ha ammesso l’insuccesso della propria offerta di sottoscrizione base per il ritiro degli annunci per un giorno, nonstante nel sondaggio effettuato prima di attuare il programma il numero di coloro che si dimostravano disposti a pagare per sbarazzarsi di annunci fosse nettamente più alto.
La differenza tra i risultati del sondaggio e l’effettivo comportamento dei lettori è probabilmente dovuto al fatto che spesso quando un partecipante ad un’intervista risponde in base alla propria concezione di ciò che è moralmente o idealmente giusto e non in base a ciò in cui realmente crede.
Dunque gli utenti, a livello ipotetico, sarebbero disposti a pagare 4 dollari circa al mese per togliere gli annunci sul loro sito preferito, ma a livello pratico desitono dal farlo: magari preferiscono leggerli!