Il cedolino della pensione di febbraio 2023 per molti pensionati riporta i tanto attesi aumenti dovuti alla perequazione previsti da gennaio ma non applicati dall’INPS lo scorso mese perché mancavano in tempi tecnici per aggiornare gli assegni in base alle tabelle di perequazione previste dalla Legge di Bilancio, in base agli aggiornamenti ISTAT al costo della vita.
Le maggiorazioni delle pensioni non sono però uguali per tutti, e diminuiscono per gli assegni di importo superiore ai 2.100 euro. Per verificare subito quanto si è preso di pensione, basta accedere al servizio INPS online con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS, o rivolgersi ai patronati per ottenere aiuto.
Vediamo dunque, in base alle regole della Manovra e al calendario INPS, quando è disponibile la pensione di febbraio, quali importi risultano aumentati per la rivalutazione o diminuiti per i conguagli di perequazione e d’imposta.
Di quanto aumentano le pensioni da febbraio 2023?
Gli aumenti dei trattamenti pensionistici scattano applicando una specifica aliquota di rivalutazione per ogni fascia di reddito pensionistico, a partire dall’indice di perequazione fissato per decreto ministeriale nella misura del 7,3% a decorrere dal 1° gennaio 2023 (tale valore sarà rivisto a fine anno ed eventualmente conguagliato).
Per le sole pensioni minime, la Manovra (comma 310, art.1 della legge 197/2022) prevede, in via transitoria, un ulteriore aumento dell’1,5% nel 2023, elevato al 6,4% per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni. L’importo mensile diventa dunque di 571,6 euro mensili (annuo 7.430,8 euro), con la minima di 600 euro mensili, (7.800 annui) per chi ha 75 anni.
Per effetto della rivalutazione del 7,3%, gli altri importi erogati diventano:
- assegni vitalizi, importo mensile 321,36 euro e annuo 4.177,68 euro;
- pensione sociale, importo mensile 414,76 euro e annuo 5.391,88 euro, con massimale annuo personale di 5.391,88 euro e coniugale di 18.577,24 euro;
- assegno sociale, importo mensile 503,27 euro e annuo di 6.542,51 euro, con massimale personale di 6.542,51 euro e coniugale di 13.085,02 euro.
Perché nel cedolino di febbraio non c’è la rivalutazione?
Gli adeguamenti spettavano dal 1° gennaio 2023 ma la Manovra è entrata in vigore lo stesso giorno, per cui l’INPS ha rimandato al cedolino pensione di febbraio l’accredito degli amenti per gli importi superiori a 4 volte il minimo (2.101,52 euro lordi al mese), mentre ha rivalutato fin da gennaio quelli che godevano della perequazione al 100%.
Tuttavia, in molti cedolini pensione di febbraio 2023 non figurano aumenti. Perché? Per prima cosa perché ad alcuni pensionati avevano già ricevuto nell’ultimo trimestre del 2022 un anticipo su questa quota di rivalutazione pensioni, pari al 2% di quanto sarebbe spettato da gennaio 2023: si tratta dei titolari di pensioni inferiori ai 2.692 euro lordi.
Questi pensionati devono scorporare dal cedolino la quota di aumento che avevano già ottenuto e poi applicare il tasso di rivalutazione spettante per ogni fascia pensionistica:
- fino a 5 volte il TM (circa 2.625 euro lordi): 85% (aumento 6,2%)
- tra 5 e 6 volte il TM (tra 2.625 e 3.150 euro lordi): 53% (aumento 3,8%)
- tra 6 e 8 volte il TM (tra 3.150 e 4.200 euro lordi): 47% (aumento 3,4%)
- tra 8 e 10 volte il TM (tra 4.200 e 5.250 lordi): 37% (aumento 2,7%)
- oltre 10 volte il TM (oltre 5.250 euro lordi): 32% (aumento 2,3%)
Perché il cedolino pensione di febbraio è più basso?
In alcuni casi l’importo della pensione di febbraio 2023 potrebbe risultare addirittura inferiore per l’eventuale presenza di conguagli IRPEF, nel caso in cui le ritenute 2022 siano state applicate in misura inferiore rispetto al dovuto su base annua, dunque con conguaglio di gennaio rinviato a febbraio.
In più, sul cedolino pensione di febbraio possono pesare anche le trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2022, recuperate in 11 rate nell’anno successivo a quello a cui si riferiscono.
Debito IRPEF anno precedente nella pensione febbraio: cos’è?
Alcuni pensionati hanno ricevuto un importo più basso nella pensione di febbraio perché scontano l’imposta sull’anticipo della perequazione fruito a fine 2022. Se nel cedolino pensione di febbraio è presente una dicitura di questo tipo “Differenza Imponibile PRQ. Anno X”, l’importo risulta ridotto a fronte della trattenuta effettuata sulle pensioni per conguaglio a debito di perequazione.
Come ricordato sopra, l’anticipo della perequazione – e quindi il conguaglio a debito – ha riguardato negli ultimi mesi del 2022 i pensionati titolari di pensioni inferiori ai 2.692 euro lordi. A questi oggi non spetta l’aumento per intero, avendo già ricevuto l’anticipo del 2%. Detto più semplicemente: dagli importi rivalutati delle pensioni, vengono sottratti gli anticipi già goduti.
Per verificare l’ammontare del conguaglio IRPEF a debito e la sua origine, basta andare sul sito INPS e seguire il percorso “Assicurato INPS pensionato > Servizi riservati all’assicurato pensionato > Procedure di gestione > Consultazione cong. per PRQ sospesi”.
Come controllare l’importo del cedolino pensione?
Per consultare gli importi del cedolino pensione di febbraio basta collegarsi sul sito dell’INPS e seguire questi passaggi:
- accedere alla propria area riservata autenticandosi tramite SPID, CIE o CNS;
- inserire nello spazio dedicato alla ricerca le parole “cedolino pensione”;
- cliccare su “verifica pagamenti”;
- selezionare dal menu il mese di febbraio 2023.
In alternativa è possibile rivolgersi ai patronati presenti sul territorio.
Quando arriva la pensione di febbraio 2023?
Il pagamento della pensione di febbraio 2023 scatta da mercoledì 1° febbraio, con accredito sul conto corrente o in contanti, con tale data valuta. Presso gli uffici postali, la pensione può essere prelevata in contanti con il seguente calendario:
- mercoledì 1 febbraio per i cognomi dalla A alla B;
- giovedì 2 febbraio per i cognomi dalla C alla D;
- venerdì 3 febbraio per i cognomi dalla E alla K;
- sabato 4 febbraio (solo la mattina) per i cognomi dalla L alla O;
- lunedì 6 febbraio per i cognomi dalla P alla R;
- martedì 7 febbraio per i cognomi dalla S alla Z.