In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, può sembrare ancora più difficile individuare giuste opportunità di investimento e risparmio. La soluzione ideale per i piccoli risparmiatori è puntare sui Buoni Fruttiferi Postali, prodotti di investimento finanziario garantiti dallo Stato italiano.
I BFP sono considerati piuttosto affidabili, considerando che il loro prezzo non è soggetto alle oscillazioni di mercato, il che che li rende meno remunerativi ma allo stesso tempo più semplici e adatti ai risparmiatori meno esperti.
Buoni fruttiferi postali: come funzionano?
I Buoni Fruttiferi Postali (BFP) sono strumenti di risparmio emessi da Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e disponibili in esclusiva presso Poste italiane, direttamente pressi gli uffici postali diffusi in tutto il territorio nazionale. Non prevedono costi di sottoscrizione o di rimborso e i profitti sono soggetti a tassazione ridotta del 12,5%.
Come funzionano? Tramite i BFP si possono investire i propri risparmi acquistando titoli di credito, ovvero contratti che prevedono il rimborso del capitale a scadenza, rivalutato di un certo rendimento in base al prodotto sottoscritto. Si tratta infatti di investimenti di lungo termine, da un minimo di 4 fino a un massimo di 20 anni. Per ottenere il massimo rendimento possibile conviene tenere i buoni fino alla scadenza, altrimenti si perde parte o tutta la quota interessi.
Come utilizzare i buoni postali per risparmiare
Per sottoscrivere i buoni fruttiferi postali basta recarsi presso un qualsiasi ufficio postale, altrimenti l’operazione può essere effettuata anche online, basta essere titolari di un Libretto Smart e attivare la funzione di Risparmio Postale online.
Il capitale investito in Buoni fruttiferi postali è sempre rimborsabile in contanti (nei limiti della disponibilità di cassa) o con modalità alternative al contante (vaglia circolare, accredito su Libretto di risparmio postale o su conto corrente BancoPosta).
I Buoni rappresentati da documenti cartacei sono sottoscrivibili e rimborsabili in qualunque ufficio postale. Il rimborso può avvenire a vista se presentato nell’ufficio postale di emissione, mentre, se richiesto in un ufficio postale diverso da quello di emissione, sono necessari 4 giorni lavorativi per i dovuti accertamenti.
I Buoni dematerializzati sono sottoscrivibili e rimborsabili presso gli uffici postali, nonché, per le tipologie che lo prevedono, anche attraverso il sito poste.it. Per la sottoscrizione è però necessaria la titolarità di un conto corrente postale o di un Libretto di risparmio postale (conto di regolamento). I Buoni sottoscritti avranno la medesima intestazione del conto di regolamento. Le sottoscrizioni e i rimborsi effettuati tramite i predetti siti internet sono consentiti ai titolari di Libretto Smart e ai titolari di conto corrente BancoPosta abilitati ai servizi online dispositivi.
=> Buoni fruttiferi postali, occhio alla prescrizione decennale
Buoni fruttiferi postali: novità 2023
Il nostro ordinamento prevede la cointestazione dei Buoni a più soggetti in numero non superiore a quattro, con facoltà di rimborso disgiunto per ciascun intestatario, fatta salva la possibilità di escludere detta facoltà all’atto della sottoscrizione.
A tal proposito una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 1278/23 del 17 gennaio 2023) ha accolto il ricorso di una donna che chiedeva alle Poste il pagamento del rimborso dei BFP del nonno defunto, in base ai principio che i buoni postali fruttiferi con clausola di “pari facoltà” di ritiro fra i cointestatari debbano essere pagati a vista.
Buono con clausola “pari facoltà di rimborso”: cosa significa?
La clausola “pari facoltà di rimborso” permette ad ogni cointestatario dello stesso buono di poter ottenere le somme che vi sono depositate, in tutto o anche solo in parte, senza il consenso degli altri cointestatari.
In riferimento al rimborso di tali buoni, alla morte di uno dei cointestatari, in passato si riteneva applicabile la disciplina relativa ai libretti di risparmio postale, per cui, nel caso di decesso di uno degli intestatari, il rimborso andava eseguito solo con quietanza di tutti gli aventi diritto. Ora una recente ordinanza della Cassazione ha modificato questo orientamento.
La Cassazione precisa che al decesso di un cointestatario ogni altro superstite potrà avere il rimborso dell’intera somma portata dal documento, senza la quietanza di tutti gli aventi diritto. In altre parole, secondo la Corte, per ottenere il rimborso non serve il consenso di tutti gli aventi diritto, atteso che i buoni fruttiferi circolano “a vista”.
Tale principio in realtà era già stato espresso, sempre dalla Cassazione, con una precedente ordinanza, la n. 21822 dell’11 luglio 2022, mediante la quale, rigetto il ricorso di Poste Italiane, ha sancito che in materia di BFP cointestati recanti la clausola “pari facoltà di rimborso”, al decesso d uno dei cointestatari, gli altri superstiti sono legittimati ad ottenere il rimborso dell’intera somma senza dover ottenere la quietanza di tutti gli aventi diritto.