Il costo sostenuto dalle PMI per accedere ai servizi pubblici locali è aumentato in modo sensibile tra il 2021 e il 2022, segnando un incremento medio del +76,9%: è quanto si evince dall’analisi realizzata da Unioncamere in collaborazione con BMTI e Ref Ricerche.
Se guardiamo agli ultimi cinque anni, la variazione media della spesa rispetto al 2017 segna +101,6%.
Il rincaro sui servizi locali
Lo studio mette nero su bianco l’evoluzione delle principali tariffe per i servizi pubblici locali pagate dalle piccole e medie imprese italiane. Gli aumenti più marcati sono stati sostenuti dai ristoranti (pari al +124,6%), seguiti dai bar con una variazione pari a +56,5% rispetto all’anno precedente.
Il peso delle forniture energetiche
A pesare, inoltre, è soprattutto l’andamento del costo della fornitura di energia elettrica e gas naturale, rispettivamente cresciuti del +90,5% e +132,2%.
Se i rincari dell’energia elettrica hanno coinvolto la componente relativa alla vendita (+172% in media) come conseguenza dell’aumento della materia prima, l’azzeramento degli oneri di sistema stabilito dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente non ha agevolato di molto la situazione.
Per quanto riguarda gli incrementi del gas naturale, invece, è stata la forte risalita delle quotazioni dovuta alle tensioni in Ucraina a far lievitare la componente relativa alla materia prima (+291,3% rispetto al 2021).
Più contenuti gli aumenti relativi al servizio idrico (+6,1%). Stabile la spesa per la gestione dei rifiuti urbani (-0,5%).