Le imprese ricercano 504mila lavoratori da inserire nel mese gennaio, una cifra che arriverà fino a 1,3 milioni per il primo trimestre dell’anno con 46mila assunzioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Secondo le stime rese note dal bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, la domanda di lavoro si colloca sopra i livelli pre-Covid e segna un +14,0% rispetto a gennaio 2019. Stando ai dati, inoltre, a crescere è anche la difficoltà di reperimento che si attesta al 66% per le figure dirigenziali e al 62% per gli operai specializzati, segnando 7 punti percentuali rispetto al 2022.
La domanda di lavoro è guidata dal comparto manifatturiero, seguito da turismo, servizi operativi di supporto a imprese e persone e servizi alle persone. A cercare personale sono anche l’industria e le costruzioni, così come le imprese della meccatronica e quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo. Nel ramo dei servizi, invece, le assumere coinvolgeranno 330mila lavoratori.
Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro passa dal 38,6% dello scorso anno al 45,6%, soprattutto a causa della mancanza di candidati ma anche della preparazione inadeguata. Secondo il Borsino delle professioni, in particolare, sono maggiormente difficili da reperire:
- dirigenti (66,1%);
- operai specializzati (61,9%);
- tecnici (51,6%);
- conduttori di impianti (49,0%);
- professioni intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione (47,5%);
- professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (41,0%).
Se 153mila assunzioni programmate sono rivolte ai giovani sotto i 30 anni, il 20% delle ricerche di personale sono rivolte a laureati (96mila) e il 30% a diplomati (150mila).
Per quanto riguarda le forme contrattuali, infine, il contratto a tempo determinato è la forma di assunzione maggiormente proposta dalle imprese, seguita dai contratti a tempo indeterminato, da quelli in somministrazione e dagli altri contratti non alle dipendenze (tra cui apprendistato e collaborazione).