Marcia indietro del Governo sulla proposta di spegnere lo SPID e promuovere al suo posto la Carta d’identità Elettronica come unica identità digitale gestita dallo Stato: nel Decreto PNRR 3 (articolo 18-bis) approvato in via definitiva nei giorni scorsi, sono infatti stati confermati i 40 milioni di euro agli Identity Provider – a fronte di alcuni obblighi di adeguamento tecnologico – per rifinanziare il servizio attualmente erogato agli italiani, che pertanto possono dormire sonni tranquilli per almeno un altro biennio.
Ad oggi i fornitori di identità SPID sono: Aruba, Etna Hitech, InfoCamere, InfoCert, Lepida, Namirial, Poste Italiane, Sielte, Register.it, TeamSystem e e TIM.
La copertura finanziaria per mantenere attivi i loro servizi, «nelle more della razionalizzazione del sistema di identità digitale», è stata trovata attingendo ai fondi del PNRR (sub-investimento per la diffusione dello SPID e l’implementazione dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente).
Alla base della scelta del rinnovo delle convenzioni (erano in scadenza in questi giorni) per i servizi connessi al sistema SPID c’è soprattutto il fatto che al momento è molto più diffuso della CIE, quindi la migrazione avrebbe un grosso impatto sulle abitudini degli utenti e sulle loro tasche (il rilascio della CIE ha infatti un costo fisso di 16,79 euro più i costi segreteria del Comune e i diritti fissi).
SPID consente di accedere ai servizi pubblici della PA con una semplice combinazione di credenziali mentre un deterrente per la CIE è stata anche la maggior complessità di utilizzo della CIE, che finora necessitava anche di un lettore di smart card per il pc o di uno smartphone con NFC. Per semplificare, da poco sono stati attivati anche i livelli di sicurezza inferiori, ossia le combinazioni di username e password e/o anche con codice temporaneo.
La CIE è però gestita dalla PA mentre SPID passa attraverso provider privati (che hanno siglato convenzioni specifiche e sono accreditati presso l’AgID). Ciascun fornitore di identità digitale SPID prevede poi specifiche modalità di iscrizione e gestione. Molto spesso il servizio è del tutto gratuito, in alcuni casi è previsto un costo.
Per informazioni dettagliate sui rispettivi servizi, si possono consultare i rispettivi portali web o quello ufficiale di Governo dedicato allo SPID.
Un DPCM da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto PNRR 3 ripartisce adesso il nuovo contributo in. base al numero di identità digitali gestite, degli accessi ai servizi e delle verifiche che ogni provider deve effettuare.
Da considerarsi anche gli incrementi di identità gestite e transazione registrate: i 40 milioni saranno infatti erogati al raggiungimento degli obiettivi prefissati nelle convenzioni e dopo la verifica dei costi effettivamente sostenuti.