«Rivaluteremo tutte le pensioni, ma con percentuali di perequazione diverse». Così il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha presentato la misura contenuta nella Legge di Bilancio che rimodula le percentuali di perequazione pensioni per il 2023.
Il Governo ha infatti deciso di tagliare gli incrementi previsti per i trattamenti oltre dieci volte il minimo, ossia le pensioni sopra i 5mila euro lordi al mese (che si rivalutano del 35%), per aumentare quelli riservati ai trattamenti di importo inferiore, che si rivalutano del 120%.
Non è chiaro quali siano le percentuali di indicizzazione applicate alle altre fasce di reddito pensionistico: potrebbero mantenere le aliquote precedentemente previste o subire una rimodulazione è più ampia.
L’unica certezza, oltre ai due estremi sopra indicati, è la perequazione al 100% per gli assegni fino a quattro volte il minimo (quelli che corrispondono a poco più di 2mila euro lordi al mese).
Vediamo le prime indicazioni sulla novità in Legge di Bilancio per la rivalutazione delle pensioni dal prossimo gennaio.
Rivalutazione pensioni: cosa cambia nel 2023
La rivalutazione da applicarsi alle pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2023 era stata fissata nei giorni scorsi dal consueto decreto del Ministero dell’Economia, con indice provvisorio stabilito nella misura del 7,3% (per adeguamento all’inflazione registrata dall’ISTAT).
A questo indice bisogna applicare gli scaglioni di perequazione (previsti per legge), inversamente proporzionali rispetto alle somme percepite.
I nuovi scaglioni e aliquote di perequazione
Attualmente gli scaglioni sarebbero i seguenti tre: rivalutazione al 100% per assegni fino a quattro volte il minimo, al 90% fra quattro e cinque volte il minimo, al 75% sopra cinque volte il minimo.
La modifica introdotta dalla Manovra economica riguarda queste percentuali di perequazione da applicare all’indice del 7,3%.
In pratica, vengono introdotti due nuovi scaglioni: per le pensioni minime perequazione al 120%; per quelle superiori a dieci volte il minimo perequazione del 35%.
Di conseguenza, a partire dal 2023 (al lordo degli eventuali anticipi già fruiti in questi mesi) :
- le pensioni fino a 524 euro lordi al mese (le minime) si rivalutano dell’8,76%;
- le pensioni fino a 2.100 euro circa (tra 2 e 4 volte il minimo) si rivalutano del 7,3%
- le pensioni oltre 5.250 euro circa si rivalutano del 2,5%.
Non sono stati forniti dettagli sulle aliquote per gli importi intermedi. La premier Meloni si è limitata a dire che «man mano che la pensione aumenta, l’incremento diminuisce». Sembra probabile che la progressione resti invariata, con perequazione al 90% per le pensioni tra cinque e sei volte il minimo e al 75% fra sei e dieci volte il minimo.
Ricordiamo che alle somme spettanti bisognerà sottrarre il 2% già incassato a titolo di anticipo dallo scorso mese di ottobre in base al Decreto Aiuti bis per coloro che hanno percepito pensioni fino a 35mila euro annui.