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Digital Markets Act in vigore: rivoluzione per utenti Social, Mobile e Web

di Anna Fabi

7 Marzo 2024 12:16

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Il Digital Markets Act in vigore avrà diverse conseguenze per le imprese e per i consumatori: l'analisi tecnica degli impatti di mercato.

È in vigore dl 7 marzo il Digital Markets Act (DMA), che impone in tutti gli Stati Membri della UE maggiori responsabilità in termini di trasparenza e interoperabilità ai gatekeepers, ossia gli operatori digitali che operano svolgono ruoli di piattaforme LoPs (Large Online Platforms) come Apple, Google, Meta e Amazon.

In concreto, il nuovo regolamento impone nuove regole per scaricare applicazioni mobili, visualizzare i risultati di ricerca su Google, chattare con utenti di app diverse su interfaccia unificata.

Digital Markets Act: cosa prevede

Accanto al Digital Service Act (DSA), la riforma contenuta nel Digital Markets Act rappresenta un atto organico di regolamentazione del mondo digitale in Europa anche al fine di contrastare le limitazioni a cui si trova di fronte chi acquista un dispositivo digitale.

La finalità è quella evitare che tali ambienti diventino ecosistemi chiusi in cui siano limitati la concorrenza fra le imprese e compressi i diritti dei consumatori.

Lato utente, in particolare, significa poter essere libero di servirsi di un device acquistato, come uno smartphone, senza restrizioni imposte dal produttore.

Si tratta dunque di un passo avanti verso una maggiore concorrenza sui mercarti digitali, facendo spazio ai “piccoli” rispetto ai big player ed offrendo di conseguenza maggiore scelta agli utenti in tema di servizi Internet.

=> Digital Markets Act: cosa cambia per il Web

Impatto del Digital Markets Act

I primi step sono avvenuti nel 2022 e 2023. E PMI.it ne aveva parlato a suo tempo Andrea Boscaro (The Vortex), esperto di temi digitali, che ben sintetizza il senso della nuova regolamentazione spiegandocene l’impatto concreto per imprese e consumatori.

  1. Prima di tutto, adesso gli sviluppatori di app possono introdurre pagamenti gestiti da sistemi differenti da quello collegato al produttore dello smartphone o al sistema operativo utilizzato.
  2. In seconda battuta, Amazon non può servirsi dei dati di vendita che i merchant realizzano sul suo marketplace per introdurre collezioni a marchio proprio, né premiare i propri brand “private label” con una visibilità preferenziale.
  3. Anche Google non può fornire, sul proprio motore di ricerca, un trattamento di vantaggio ai propri servizi (es. Google Voli) rispetto a operatori terzi (es. Skyscanner).
  4. Infine, non può essere chiesto alle aziende di vendere sui marketplace i propri beni a un prezzo inferiore a quello praticato sul proprio sito web, in virtù del cosiddetto parity rate.

Cosa cambia dal 7 marzo 2024

Con l’entrata in vigore a regime del DMA cambiano le regole di utilizzo di oltre 20 tra i principali servizi digitali attualmente in uso. Parliamo di servizi di larga diffusione, come Google Maps, Amazon e YouTube, Chrome e Safari, Windows, Android e iOS. Per non parlare di Facebook, Instagram, WhatsApp e LinkedIn.

Le categorie interessate sono:

  • sistemi operativi,
  • spp di messaggistica,
  • piattaforme di social media,
  • motori di ricerca.

Addio impostazioni predefinite

In linea generale, gli utenti non avranno più impostazioni di default su computer e smarthone.

Qualche esempio? Apple permetterà agli utenti europei di scaricare applicazioni per iPhone anche al di fuori dell’App Store e di scegliere il motore di ricerca predefinito (non solo iOS), come così potranno fare gli utenti Android.

Anche Microsoft non obbligherà a utilizzare il browser Edge.

Cambiano Social e pubblicità Web

Il DMA vieta alle aziende come Goolge di privilegiare i propri servizi rispetto a quelli altrui. Ne deriva che anche i risultati nelle SERP di ricerca dovrebbero essere più omogenei.

Gli utenti potranno anche scegliere di non condividere i dati tra i servizi Google evitando così gli annunci pubblicitari mirati.

Tutti i social netwotk avranno poi il divieto di pubblicare annunci pubblicitari personalizzati in base a dati sensibili (razza e orientamento sessuale) e neppure quelli rivolti ai minori e non potranno personalizzarla, a nessun utente, sulla base di dati sensibilità come l’etnia o l’orientamento sessuale.

Meta dovrà permettere ai suoi utenti di poter separare gli account Facebook e Instagram.

Il Dma richiede infine che i sistemi di messaggistica possano lavorare insieme condividendo e scambiandosi messaggi di testo, video e immagini.