Il nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni ha portato un cambio della guardia anche al dicastero della Funzione Pubblica, con il passaggio di consegne tra Renato Brunetta e Paolo Zangrillo.
Il nuovo Ministro della Pubblica Amministrazione ha subito sottolineato la sua intenzione di proseguire con le riforme avviate durante la legislatura precedente, puntando su digitalizzazione e semplificazione e soprattutto sulla valorizzazione del capitale umano.
Parlando alla stampa, Zangrillo ha ribadito la necessità di dimostrare che il personale della PA è dotato di grande professionalità ma anche di voler avviare un dialogo proficuo con i sindacati.
Per quanto riguarda lo smart working tra i dipendenti pubblici, il Ministro si è detto favorevole all’integrazione di questo strumento.
Durante la pandemia il numero di lavoratori in smart working è passato da 500mila a 5 milioni, è uno strumento che può funzionare e rinunciarvi significherebbe dire che la Pubblica amministrazione è diversa.
Allo stesso tempo, tuttavia, per il Ministro è fondamentale verificare con quali modalità usare il lavoro agile, che si basa su una logica di verifica dei risultati e non più di mero controllo.
Se il sindacato giustamente rivendica la possibilità di avere lo smart working, bisogna che sia consapevole del fatto che lo smart working si può fare a determinate condizioni.