Costruttori Automotive sul piede di guerra contro la proposta della Commissione Europea sulla norma Euro 7, applicabile (se confermata nel corso dell’iter di approvazione definitiva) dal 1° luglio 2025 per auto e furgoni e dal 1° luglio 2027 per i mezzi pesanti.
L’ACEA (Associazione Costruttori Europei di Automobili) ha scritto una lettera aperta ai vertici UE, che denuncia il potenziale effetto rebound delle nuove regole sulla transizione green, a causa degli eccessivi costi per la filiera. Il presidente, Luce De Meo sostiene che
Nella sua forma odierna, l’Euro 7 potrebbe aumentare il costo delle auto in media di 1.000 euro, che raddoppiano nel costo finale: con tale incremento stimiamo una sostanziale riduzione del mercato delle auto nuove, pari a circa il 7%.
I limiti Euro 7 riguardano automobili e veicoli commerciali leggeri fino a 200.000 chilometri e 10 anni di utilizzo, (si raddoppiano i valori della norma Euro 6). Aumenti analoghi anche per autobus e camion.
L’ipotesi iniziale era quella di imporre un abbattimento delle emissioni a 30 mg/km rispetto all’attuale limite massimo di 80 mg/km per veicoli diesel e 60 mg/km per quelli a benzina. Nella proposta finale si è arrivati ad un compromesso: il limite di emissione di ossidi di azoto (NOx) sono unificate a 60 mg/km per motori a benzina e gasolio.
Altre novità: l’introduzione di un requisito per i limiti di emissione del particolato che proviene dai freni e gomme, anche per le auto elettriche; durata minima delle batterie installate; limiti di emissione anche per protossido di azoto da parte dei veicoli pesanti.
La proposta ha deluso i produttori e disatteso le speranze di una presa di coscienza sullo scenario di crisi in atto: caro energia e inflazione stanno rendendo l’opzione elettrica una sfida difficilmente perseguibile per la mobilità dei cittadini, ancor più per l’industria automobilistica, appesantita da extra-costi e difficoltà produttive e logistiche.
Il risultato: la normativa Euro 7, forse l’ultima per i motori termici benzina e diesel prima dell’uscita dal mercato, sarà stringente abbastanza da richiedere ingenti investimenti. I costi di progettazione e sviluppo dei nuovi motori a combustibile interno rischiano di essere troppo alti per essere sostenibili, considerato che avranno una vita di mercato di pochi anni.
Resta intanto confermato lo stop dal 2035 per la vendita di nuove auto a motore endotermico (benzina e diesel). A partire da quella data, sarà consentita solo la vendita da zero emissioni per auto e furgoni nuovi, come previsto dalla normativa sulle emissioni CO2.