Pozzi chiusi, permessi tardivi, estrazioni ridotte al 6% dei consumi nonostante i giacimenti italiani custodiscano un tesoro da 350 miliardi di metri cubi di gas, tra riserve confermate e possibili. Un tesoro inutilizzato. A spiegarne è motivi è l’inchiesta condotta da Il Settimanale di PMI.it.
In base alle stime, anche solo limitandosi alle riserve certe, nel sottosuolo italiano ci sono almeno 90 miliardi di metri cubi di gas estraibili in tempi brevi. L’Italia vanta un “patrimonio” di 1.298 pozzi estrattivi, di cui 752 attivi ma inutilizzati.
Uno spreco motivato. Ma anche giustificato?
Nel 1994 l’estrazione copriva il 40% del fabbisogno nazionale (20 miliardi di metri cubi) ma nel tempo le percentuali si sono ridotte drasticamente: 9 miliardi del 2008, 7 miliardi nel 2015, 3,34 miliardi del 2021 (il 6% del fabbisogno), tra divieti di perforazione ed estrazione e ritardi autorizzativi.
A fare il punto è l’approfondimento del magazine di PMI.it, che ripercorre la storia legislativa e traccia lo scenario attuale del mercato del gas in Italia, per il quale l’estrazione ha un prezzo di 5 centesimi al metro cubo a fronte di un costo di importazione dall’estero da oltre 70 centesimi al metro cubo.
Tutti i dettagli nell’inchiesta del Settimanale, ogni venerdì in edicola e online. I principali articoli sono liberamente accessibili sulle pagine del suo sito, mentre il PDF integrale del giornale è disponibile per gli iscritti alla newsletter gratuita.