A giugno compio 58 anni e maturo 38 anni di contributi: con Opzione Donna 2023 quando potrò fare domanda?
Per il 2023 è previsto il rinnovo dell’Opzione Donna per un altro anno, ma calibrato diversamente rispetto alla formula prevista finora ed accessibile ad oggi. Attualmente, infatti, per ritirarsi con questa tipologia di pensione anticipata ci vogliono 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età, rispettivamente per lavoratrici dipendenti o autonomi; tutti requisiti che vanno maturati entro il 31 dicembre 2021.
Dal 2023, in base al disegno di legge della Manovra 2023, non soltanto cambiano i requisiti anagrafici ma anche la platea delle potenziali beneficiarie. Nello specifico, l’Opzione Donna 2023 dovrebbe essere resa ancor più selettiva, innalzando il requisito anagrafico a 60 anni, ridotto di un anno per ogni figlio con un massimo di due. Senza più distinzioni per dipendenti e autonome.
Dunque, in base alla bozza di Manovra, per andare in pensione a 58 anni nel 2023 con Opzione Donna, bisognerà avere almeno due figli e aver maturato i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022.
Non solo: sempre in base all’attuale formulazione della misura in Manovra, l’Opzione Donna sarà disponibile solo per pochissime lavoratrici aventi i requisiti su indicati: caregiver familiari, inabili al lavoro al 74%, licenziate o dipendenti di imprese per le quali è aperto un tavolo di crisi aziendale.
Né sono stati annunciati passi indietro da parte del Governo, che nel presentare i suoi emendamenti alla Manovra 2023 non ha fatto cenno all’Opzione Donna. C’è tuttavia ancora la speranza di un margine di novità in sede di discussione parlamentare della Legge di Bilancio.
Tenga inoltre presente che, una volta maturato, il diritto si cristallizza, nel senso che chi lo matura potrà esercitarlo, andando in pensione, in qualsiasi momento. I termini annuale per la domanda 2023, ammesso che lei abbia due figli e rientri in una delle categorie delle ammesse al beneficio, saranno aperti dall’INPS a inizio anno.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz