A partire dalla differenza tra parcella e fattura dei professionisti e dal calcolo dei compensi professionali, fino all’emissione delle parcelle e alle modalità di pagamento, rispondiamo a le domande più frequenti (FAQ) su fatture e parcelle professionali esposti da clienti e Partite IVA.
Cosa cambia tra parcella e fattura?
Solitamente quando si sente parlare di parcella viene subito in mente quella degli avvocati. Ma non sono solo questi professionisti ad emetterla. Fondamentalmente possiamo definire una parcella come un tipo di fattura che viene emessa da liberi professionisti iscritti ad un Albo professionale.
Quando si emette parcella?
Come abbiamo visto, la differenza tra fattura e parcella sta nel soggetto che la emette: la parcella viene emessa quando a farlo è un professionista iscritto ad un Albo (avvocati, ma anche ingegneri, architetti etc.), mentre una fattura viene emessa da lavoratori autonomi, come i commercianti, i parrucchieri, gli artigiani e così via.
Al di là del nome formale, non ci sono grandi differenze tra parcella e fattura, in entrambi i casi si tratta di documenti fiscali che hanno la funzione di certificare l’avvenuto pagamento al professionista per la prestazione effettuata.
Come si calcola la parcella?
Il calcolo dell’imponibile nella parcella professionale si effettua sommando:
- onorario richiesto per la prestazione resa;
- spese imponibili, ovvero il rimborso spese generali (in genere calcolati al 15% dell’onorario), le anticipazioni fatte in nome e per conto della controparte, purché regolarmente documentate e le somme dovute a titolo di rivalsa dell’imposta sul valore aggiunto;
- quota per la Cassa previdenziale di appartenenza (es.: al 4% per la Cassa Forense degli Avvocati).
Su cosa si calcola il 15% di spese generali?
Il rimborso spese forfettario calcolato al 15% dell’onorario (art. 2 del D.M. n. 55/2014) è un importo relativo alle spese non facilmente quantificabili sostenute dal professionista (es. spesa carburante, cancelleria, ecc.) di cui bisogna tenere conto anche per il calcolo dell’IVA e della rivalsa.
=> Calcolo online fattura Avvocati e altri Professionisti
Come si compila una parcella?
La struttura della parcella è molto simile a quella della fattura e gli elementi obbligatori da includere in una fattura e in una parcella sono fondamentalmente gli stessi. Parcelle e fatture includono le seguenti informazioni:
- numero e data di emissione;
- i dati del professionista e del cliente;
- l’onorario;
- l’eventuale aliquota IVA (i forfettari sono esenti);
- la descrizione delle voci che compongono il totale;
- l’indicazione dell’applicazione delle opzioni alternative, IVA per cassa (art. 32 bis, D.L. 83/2012), Split Payment (art. 17-ter, DPR 633/72) o regime forfettario;
- le spese sostenute in anticipo in nome e per conto del cliente che devono essere rimborsate (senza applicazione dell’IVA ai sensi dell’ex art. 15, DPR 633/72);
- le altre spese incluse nel computo dell’IVA;
- la rivalsa previdenziale (percentuale dell’imponibile che varia in base alla Cassa previdenziale di appartenenza in base alla professione esercitata);
- la ritenuta d’acconto del 20% dell’imponibile, solo nel caso in cui il cliente abbia partita IVA (da sottrarre alla somma delle voci precedenti, esclusa la rivalsa);
- l’imposta di bollo addebitata al cliente (solo per il regime forfettario, se il totale della fattura supera i 77,47 euro);
- l’importo totale da pagare;
- i termini e le condizioni di pagamento.
Tale struttura può includere ulteriori voci, a seconda del professionista che emette la parcella.
Come funziona la parcella di un avvocato?
Essendo un professionista che per esercitare la propria attività deve essere iscritto all’Ordine degli Avvocati, il pagamento effettuato a un avvocato avviene tramite parcella, che funziona come quelle emesse da altri liberi professionisti iscritti ad un Albo. Nel caso della parcella degli avvocati, il contributo integrativo per la previdenza degli avvocati, ovvero la quota da destinare alla Cassa forense (CIPA), è pari al 4% dell’imponibile (compensi e spese imponibili).
=> Calcolo fattura per Avvocati e Studi Legali: la guida completa
Quanto costa la parcella di un avvocato?
Il costo della parcella di un avvocato, ovvero il cosiddetto netto a pagare, sarà pari alla somma del totale degli onorari, della quota da destinare alla Cassa degli avvocati, dell’eventuale IVA al 22% sull’imponibile totale, delle spese esenti e dell’eventuale imposta di bollo, togliendo (sottraendo) l’eventuale ritenuta d’acconto e l’importo IVA versato direttamente dal cliente all’Erario in caso di applicazione dello split payment.
A quale scaglione corrisponde il valore indeterminabile?
Per cause di valore indeterminabile, ovvero qualora l’oggetto non sia suscettibile di valutazione economica precisa, i compensi per la professione forense devono essere determinati ai sensi del comma 6 dell’art. 5 del D.M. 55 del 2014:
Le cause di valore indeterminabile si considerano di regola e a questi fini di valore non inferiore a euro 26.000,00 e non superiore a euro 260.000,00, tenuto conto dell’oggetto e della complessità della controversia. Qualora la causa di valore indeterminabile risulti di particolare importanza per lo specifico oggetto, il numero e la complessità delle questioni giuridiche trattate, e la rilevanza degli effetti ovvero dei risultati utili, anche di carattere non patrimoniale, il suo valore si considera di regola e a questi fini entro lo scaglione fino a euro 520.000,00.
Gli scaglioni del valore indeterminabile sono dunque:
- fra 26.000,01 e 52.000,00 per bassa o modesta complessità;
- fra 52.000,01 e 260.000,00 per media complessità;
- fino a 520.000,00 per cause di particolare rilevanza e complessità.
Come controllare la parcella dell’avvocato?
Oltre a conoscere la struttura tipo delle parcelle degli avvocati, per controllare che il pagamento che ci viene richiesto sia corretto è utile sapere che, al momento del conferimento dell’incarico, l’avvocato deve fornire al cliente un preventivo scritto. Da ricordare: il preventivo è obbligatorio sia per le prestazioni giudiziali (cause, processi, etc.) che per quelle stragiudiziali (consulenze, lettere di diffida, contratti e così via).
Comunemente chiamato “preventivo di massima”, questo documento deve indicare la prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfettarie, e compenso professionale.
Secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 141, sub 6, lettera d), della legge 4.8.2017 n. 124, tuttavia, l’avvocato può chiedere di più rispetto al preventivo, in caso di sopravvenute circostanze imprevedibili rispetto al conferimento dell’incarico. In pratica la parcella può essere più alta se la prestazione diventa più complessa, ma è sempre necessario che l’avvocato ne dia adeguata giustificazione.
Come si paga la parcella professionale?
Solitamente, i termini e le condizioni di pagamento delle parcelle e delle fatture vengono indicati nel documento fiscale stesso. Generalmente il versamento deve avvenire nel momento in cui il professionista presenta la parcella al cliente, salvo diversi accordi tra le parti, anche verbali. Il pagamento, sempre previo accordo, può essere effettuato – eventualmente anche a rate – secondo le seguenti modalità:
- bonifico bancario o postale;
- assegno bancario non trasferibile;
- assegno circolare;
- contanti entro i limiti di legge.
Come si calcolano i compensi professionali?
Le tariffe professionali sono state abolite dall’art. 9 L.27/2012. Ciò comporta che il compenso spettante viene determinato dal professionista stesso in modo libero, comunicandolo preventivamente al cliente tramite preventivo scritto (art. 13 L.247/2012).
In mancanza di accordo tra le parti è possibile chiedere, tramite decreto ingiuntivo, che il compenso venga determinato dal giudice, tramite parametri fissati con decreto ministeriale. Nel caso di parcella di un avvocato, ad esempio, si può anche chiedere al Consiglio dell’Ordine di rilasciare un parere di congruità sulla parcella presentata al cliente (art. 13, comma 9 L. 247/2012).
Da ricordare: è sempre possibile rivolgersi al Consiglio dell’Ordine per ottenere un parere di congruità della parcella e un decreto ingiuntivo. In pratica, il professionista ha sempre diritto ad essere pagato, anche in assenza di preventivo o accordo scritto per la prestazione resa, se esiste prova dell’attività svolta e un parere di congruità del competente Consiglio Ordine. Dopo che il decreto ingiuntivo viene notificato al cliente (entro 60 giorni), questo ha tempo 40 giorni per pagare.