Potrebbe essere approvata da qui a dicembre 2022 la proposta del Presidente INPS che prevedeva una forma di flessibilità in uscita per favorire la pensione anticipata utilizzando il doppio binario della quota contributiva prima e di quella rimanente poi?
L’unica cosa che posso dirle è che le elezioni e il rinnovamento di Camere e Governo rallenta, ulteriormente, il cammino di una riforma pensioni che era già accidentato.
Quella del presidente dell’INPS era e resta una delle ipotesi meno favorite percorribili, dunque è difficile che veda la luce prima della fine del 2022 a meno di una specifica scelta politica post-voto in questo senso.
Fra le conseguenza del voto anticipato, in generale, c’è probabilmente il definitivo slittamento della riforma pensioni almeno al 2023. Va detto che l’iter era già in forte rallentamento anche prima della crisi d Governo e dello scioglimento delle Camere: il tavolo fra esecutivo e sindacati si era interrotto per il sopraggiungere delle nuove emergenze legate alla guerra in Ucraina.
In ogni caso, con le elezioni il 25 settembre non sembrano proprio esserci i tempi tecnici per mettere mano a una riforma pensioni a tutto tondo. Non si esclude che possano essere previste in Manovra proroghe delle attuali forme di flessibilità in uscita, ovvero l’APE Sociale, l’Opzione Donna e la Quota 102 ma sembra difficile prevedere che vengano addirittura inserite nuove forme di flessibilità in uscita, come quella ipotizzata dal presidente INPS.
Si tratta, eventualmente, di un intervento da inserire in un’ampia riforma pensioni, a questo punto con ogni probabilità rinviata al 2023.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz