Ancora un pronunciamento sulla concessione della Carta Docente agli insegnanti precari con assegnazione di supplenze annuali, in questo caso ai docenti di Religione cattolica (IRC): il Tribunale di Catania ha accolto il ricorso di molti precari che si appellavano alla sentenza della Corte di Giustizia Europea (18 maggio 2022) e a quella del Consiglio di Stato (la n. 1842 del 16 marzo 2022) contro la discriminazione di trattamento tra insegnanti a tempo indeterminato e a termine.
Con valore retroattivo dal 2016, il Bonus Docenti 500 euro (di cui all’art. 1 della Legge n. 107/2015) spetta anche agli insegnanti precari con assegnazione di supplenze annuali.
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La più recente sentenza al riguardo, sempre favorevole ai precari, era stata quella n. 803 del Tribunale di Marsala, depositata il 7 settembre 2022. Interpretando il testo della legge che ha istituito la Carta Docente, si evince infatti come l’obiettivo del contributo sia quello di agevolare la formazione, che costituisce un diritto e dovere del personale attivo nella scuola.
I giudici ritengono dunque, ancora una volta, che la disparità di trattamento tra insegnanti precari e di ruolo non possa essere giustificata, anche tenendo conto delle motivazioni ministeriali che fanno riferimento alla diversa gravosità dell’obbligo formativo:
Né pare potersi sostenere l’assunto del convenuto Ministero secondo cui la Carta del Docente sarebbe uno strumento per compensare la “maggior gravosità dell’obbligo formativo a carico dei soli docenti di ruolo per i quali la formazione in servizio è divenuta adesso attività funzionale obbligatoria, strutturale e permanente” atteso che la Carta stessa viene erogata anche ai docenti part-time (…) e persino ai docenti di ruolo in prova, i quali potrebbero non superare il periodo di prova e, così, non conseguire la stabilità del rapporto.
Il Ministero dell’Istruzione, tuttavia, non si è ancora uniformato alle sentenze. La Cisl Scuola, pertanto, si propone come soggetto a supporto di tutti gli insegnanti che vogliano fare ricorso.