Le micro e piccole imprese hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più considerando il periodo compreso da settembre 2021 a oggi.
I rincari sono destinati a inasprirsi ulteriormente, tanto che per da qui alla fine dell’anno per i piccoli imprenditori sono previsti costi fino a 42,2 miliardi in più, se i prezzi dell’elettricità non diminuiranno.
A lanciare l’ennesimo allarme è questa volta Confartigianato, che ha calcolato l’impatto sulle MPI della crisi energetica e dell’impennata dei prezzi del gas, legata a doppio nodo ai costi in bollette anche per la fornitura elettrica.
La rilevazione, in particolare, focalizza l’attenzione sull’aumento dei costi per le utenze elettriche delle aziende con consumi fino a 2000 MWh, stimando una spesa aggiuntiva pari al 5,4% del valore aggiunto creato dalle MPI.
Energia elettrica: prezzo alle stelle
Ecco l’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato su dati Gme sui rincari PUN () da gennaio 2019 ad agosto 2022, con la media mensile.
Chi sta pagando di più i rincari
Analizzando i settori più colpiti dai rincari, a dover versare costi particolarmente maggiorati sono state le aziende attive nei comparto del vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.
Dal punto di vista del territorio, invece, a subire i maggiori oneri sono stati gli imprenditori della Lombardia con 4,3 miliardi, del Veneto con 2,1 miliardi, dell’Emilia-Romagna con 1,9 miliardi, del Lazio con 1,7 miliardi, seguiti da Campania, Piemonte, Toscana, Sicilia e Puglia.
La stima del maggiore costo dell’energia elettrica per le MPI negli ultimi 12 mesi, suddivisa per Regione, tra settembre 2021 e agosto 2022 rispetto ai 12 mesi precedenti, prendendo a riferimento le imprese con consumi fino a 2.000 MWh, basandosi su dati Istat, Enea, Eurostat e Gme, si traduce nella seguente fotografia:
MPI in ginocchio
Come ha dichiarato il Presidente di Confartigianato, Marco Granelli, la situazione è insostenibile.
Tra le nostre aziende si moltiplicano i casi di lockdown energetico e molti imprenditori rischiano la chiusura.
Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti.
A partire dalla conferma dell’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore, l’introduzione di un tetto europeo al prezzo del gas e al recupero del gettito calcolato sugli extraprofitti. Inoltre, bisogna sostenere gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento,
L’auspicio è quello di arrivare ad una riforma della tassazione dell’energia, che oggi tocca il 51% della bolletta.