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Come andare prima in pensione e quanto si prende

di Noemi Ricci

Pubblicato 19 Giugno 2023
Aggiornato 29 Novembre 2023 11:36

Le risposte alle domande più frequenti su come andare prima in pensione nel 2023 e quanto si prende in base ai contributi versati: esempi per tutte le età.

In attesa della riforma delle pensioni 2024 – che potrebbe rimescolare le carte introducendo nuovi requisiti e opzioni per lasciare prima il lavoro – vediamo in questo articolo, come si può andare prima in pensione e quanto si prende in base ai contributi versati e alle eventuali penalizzazioni previste, caso per caso.

La Legge di Bilancio 2023 ha infatti introdotto nuove regole e opzioni per collocarsi in pensione anticipata, introducendo nuove formule in sostituzione di altre in scadenza (con la nuova Quota 103 che replica con modificazioni la Quota 100 e 102) e modificando i requisiti per altri strumenti di flessibilità in uscita (con l’Opzione Donna riveduta e corretta).

Come si può andare prima in pensione?

La principale possibilità offerta dall’attuale sistema previdenziale ai lavoratori per non dover aspettare di raggiungere il requisito anagrafico pieno, è la pensione anticipata ordinaria introdotta con la Riforma Pensioni Fornero (art. 24 del decreto legge n. 201/2011) al posto di quella di anzianità.

Vi si accede con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, dei quali almeno 35 anni devono corrispondere a versamenti effettivi. Il Decreto Pensioni 2019 ha stabilito che tali requisiti resteranno in vigore fino al 2026 (grazie al blocco degli adeguamenti alle aspettative di vita).

=> Calcolo decorrenza e importo pensione

Per l’accesso a questa forma di pensione è però prevista una finestra mobile per la decorrenza del primo assegno, che ne fa slittare il pagamento dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti.

Quanto si prende in pensione anticipata?

La Riforma Fornero ha previsto dei disincentivi per chi richiede la pensione anticipata, ovvero delle penalizzazioni sull’assegno previdenziale: -1% per ogni anno di anticipo entro un massimo di due anni rispetto ai requisiti necessari per la pensione di vecchiaia standard; -2% per gli anni ulteriori ai primi due. In caso di frazionamenti di anni, la riduzione è proporzionale al numero di mesi.

Quali sono le altre opzioni di pensione anticipata?

Esistono altre forme agevolate di pensione anticipata, pensate per tutelare alcune specifiche categorie di lavoratori:

  • pensione anticipata contributiva: permette di uscire con tre anni di anticipo (a 64 anni) a coloro che rientrano interamente nel calcolo contributivo della pensione e maturano un certo importo dell’assegno;
  • pensione anticipata usuranti che possono accedere alla pensione anticipata con:
    • quota 97,6 (somma di età e contributi), ossia età minima 61 anni e 7 mesi e anzianità contributiva di 35 anni, per i dipendenti;
    • quota 98,6, ossia età minima 62 anni e 7 mesi con anzianità contributiva minima di 35 anni, per gli autonomi.
  • Opzione Donna: le lavoratrici possono andare in pensione anticipata a 60 anni (a 58 anni se con due figli oppure se in esubero da aziende con tavoli di crisi, a 59 anni se con un figlio) e 35 di contributi – entrambe le condizioni maturate al 31 dicembre 2022 – ma soltanto se caregiver familiari, disabili al 74% o in esubero da aziende in crisi, sempre con assegno calcolato interamente con il contributivo (chi aveva già raggiunto i requisiti 2022 a fine 2021, può ancora esercitare il diritto ad uscire con le vecchie regole);
  • APe Sociale, accessibile con 63 anni e almeno 30 anni di contributi (per i lavoratori che svolgono lavori gravosi ne servono almeno 36 anni) senza penalizzazioni e a costo zero per il lavoratore che rientri in una della quattro categorie tutelate (disoccupati, caregiver, disabili, addetti a lavori gravosi);
  • pensione anticipata precoci: coloro che prima dei 19 anni di età avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi e rientrano in una delle categorie tutelate dall’APe Sociale possono andare in pensione anticipata con Quota 41, ovvero con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica, sia per uomini che per donne.
  • Quota 103: in pensione a 62 anni di età con 41 anni di contributi, con assegno massimo pari a 5 volte il trattamento minimo INPS.
  • Quota 100-102: chi aveva maturato i requisiti per la Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) entro il 31 dicembre 2021 oppure quelli per la Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) entro il 31 dicembre 2022, può ancora presentare domanda di pensione con tali formule (seppur non replicate per quest’anno) anche nel 2023.

Chi può andare in pensione a 57 anni?

Poter andare in pensione a 57 anni è possibile, a patto di rientrare in specifiche categorie di lavoratori. Si tratta in particolare di: precoci con diritto all’APE Sociale o che lavorano dai 14-5 anni e lavoratrici private invalide all’80% con 20 anni di contributi. Nello specifico:

  • precoci che hanno iniziato a lavorare a 16 anni, rientranti in una delle categorie tutelate dall’APe Sociale;
  • precoci (15 anni le donne e 14 anni gli uomini) che hanno lavorato senza interruzioni contributive, che accedono alla pensione anticipata ordinaria con decorrenza dopo 3 mesi (non richiesta nel comparto scuola e AFAM).
  • lavoratrici private con invalidità all’80% con 20 anni di contributi, che maturano il diritto alla pensione a 56 anni (61 per gli uomini) ma devono aspettare 12 mesi per la decorrenza (che scatta quindi a 57 anni (62 per gli uomini).

Come altro fare per andare in pensione a 57 anni?

Se non si rientra nelle categorie indicate, c’è ancora un modo per ritirarsi dal lavoro con 57 anni di età: con la RITA. Non si tratta di una vera pensione INPS ma una Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, che accompagna alla pensione di vecchiaia coloro che hanno sottoscritto un fondo pensione (come forma di previdenziale complementare).

Di norma è richiesto di non essere più lontani di 5 anni dalla pensione (ossia 62 anni), ma possono uscire a 57 anni (ossia 10 anni prima) coloro che, simultaneamente: risultano disoccupati o inoccupati da almeno 24 mesi; raggiungeranno l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro dieci anni; hanno maturato cinque anni di versamenti alla pensione complementare.

Come ulteriori requisiti per accedere alla RITA ci sono: almeno 20 anni di contribuzione nel regime obbligatorio; almeno cinque anni di partecipazione al fondo complementare.

Come andare in pensione a 57 anni con 20 anni di contributi?

Riassumendo quanto sopra esposto, possono andare in pensione con 57 anni di età, a patto di aver maturato 20 anni di contributi:

  • i lavoratori disoccupati/inoccupati da oltre 24 mesi, che hanno versato almeno 5 anni di contributi nel fondo integrativo e accedono alla pensione anticipata con la RITA;
  • le lavoratrici donne portatrici di handicap, se dipendenti del settore privato, con invalidità civile accertata pari o superiore all’80%.

Chi può andare in pensione a 59 anni?

A poter andare in pensione a 59 anni sono le lavoratrici, dipendenti pubbliche/private e autonome, che accedono all’Opzione Donna. La misura, consente di andare in pensione anticipata a 60 anni ma prevede degli sconti di uno o due anni in relazione al numero di figli. Viene però richiesto anche di aver maturato 35 anni di contributi, di rientrare in una delle categorie sopra indicate (caregiver, disabili, in esubero da aziende in crisi) e di accettare il calcolo interamente contributivo dell’assegno previdenziale, il che comporta una penalizzazione del 25%-35% rispetto alla pensione di vecchiaia.

A conti fatti, possono accedere alla pensione anticipata ordinaria al compimento dei 59 anni di età i lavoratori precoci uomini che hanno iniziato a lavorare a 16 anni e le donne che hanno iniziato a lavorare a 17 anni (o rispettivamente 17 e 18 anni qualora siano anche invalidi, o disoccupati, o caregiver, o impiegati in lavori gravosi e usuranti, accedendo alla pensione anticipata precoci).

Come andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi?

Possono andare in pensione con  64 anni di età a fronte di 20 anni di contribuzione effettiva (non valgono i contributi figurativi) coloro che: non possiedono contributi al 31 dicembre 1995 e quindi rientrano interamente nel calcolo contributivo dell’assegno previdenziale; hanno maturato un trattamento previdenziale pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.

Chi ha 15 anni di contributi ha diritto alla pensione?

Sì. Possono accedere alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi i lavoratori che hanno raggiunto l’età prevista per l’accesso alla pensione di vecchiaia ordinaria destinatari di una delle cosiddette deroghe Amato. Si tratta dei cosiddetti quindicenni, lavoratori e lavoratrici iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (AGO) e alle forme sostitutive ed esclusive in possesso di contribuzione prima del 1996 che:

  1. hanno perfezionato 15 anni di contributi – a qualsiasi titolo versati – entro il 31 dicembre 1992;
  2. sono stati autorizzati al versamento dei contributi volontari entro il 31 dicembre 1992;
  3. sono lavoratori dipendenti con un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e che risultano occupati per almeno 10 anni (anche non consecutivi) per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare (lavoratori stagionali o con attività lavorative discontinue), maturati anche successivamente al 31 dicembre 1992, considerando però solo la contribuzione obbligatoria;
  4. sono lavoratori che al 31/12/1992 hanno maturato un’anzianità contributiva tale che, pur se incrementata dei periodi intercorrenti tra il 1° gennaio 1993 e la fine del mese di compimento dell’età pensionabile, non raggiungerebbero il requisito contributivo richiesto in quel momento.

La deroga Amato non si applica ai lavoratori del comparto Ferrovie dello Stato e gli iscritti alla Gestione Separata.

Quale pensione si prende con 20 anni di contributi?

Chi ha maturato 2o anni di contributi, può andare in pensione di anzianità a 67 anni, ma può anche accedere alla pensione anticipata contributiva a 64 anni di età, se ne ricorrono i presupposti. Con 20 anni di contributi possono andare in pensione prima anche coloro che ricorrono alla RITA e i dipendenti privati con handicap all’80%.

=> Pensione: come si calcola l'assegno per età e contributi

Quante settimane ci vogliono per 20 anni di contributi?

Effettuando un calcolo analogo al precedente, 20 anni di contributi corrispondono a 1040 settimane contributive.

Quale pensione spetta con 25 anni di contributi?

In molti ci pongono domande tipo: quanto prenderò di pensione con 25 anni di contributi? Provando a fare una stima della pensione futura, considerando che l’ammontare del trattamento della pensione è generalmente pari al 2% della retribuzione pensionabile per ogni anno di contributi, con 25 anni di contributi versati all’INPS l’assegno previdenziale sarà pari a circa il 50% della retribuzione. Le regole variano in base al tasso di sostituzione applicato.

Quando si può andare in pensione con 35 anni di contributi?

Tra le opzioni per andare in pensione prima, rispetto ai criteri ordinari, a richiedere di aver maturato almeno 35 anni di contributi ci sono:

  • Opzione Donna (58-59-60 anni);
  • pensione anticipata usuranti (61-62 anni e 7 mesi);
  • per l’APe Sociale ne bastano 30, a meno di non essere addetti a lavori gravosi, nel qual caso ne servono 36 (63 anni).

Cosa significa 35 anni di contributi?

L’anzianità contributiva viene solitamente calcolata sotto forma di settimane contributive. Un anno di contributi corrisponde a 52 settimane contributive. Per maturare 35 anni di contributi, bisogna quindi versare all’INPS 1.820 settimane contributive accreditate presso l’Ente.

Quando viene specificato un certo numero di anni di contributi utili, ad esempio 35 anni, si intendono i contributi obbligatori, da riscatto, volontari, figurativi, ad esclusione dei contributi figurativi accreditati per indennità di disoccupazione (Naspi) o malattia.

=> Contributi non versati: diritto a pensione fino alla prescrizione

Quanti contributi servono per andare in pensione a 60 anni?

Per andare in pensione a 60 anni, quindi con 7 anni di anticipo rispetto all’attuale pensione di vecchiaia ordinaria, bisogna aver maturato un’anzianità contributiva tale da consentire di accedere alla pensione anticipata ordinaria (attualmente 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne).

A 60 anni è possibile anche accedere all’Opzione Donna (con 35 anni di contributi), alla pensione anticipata precoci (con 41 anni di contributi) e alla pensione anticipata di invalidità (se donna e con 20 anni di contributi), a patto di possedere gli altri requisiti richiesti dalla normativa vigente.

Quando posso andare in pensione se sono del 1964?

Coloro che sono nati nel 1964, e che dunque hanno 58/59 anni di età, senza considerare casi particolari (come l’appartenenza a categorie di lavoratori tutelate), possono andare in pensione:

  • con la pensione anticipata ordinaria al raggiungimento del requisito contributivo, indipendentemente dall’età anagrafica. Bisogna tuttavia considerare gli scatti legati alle aspettative di vita, oggi bloccati fino al 2026: dal 2027, quando ci vorranno 43 anni e un mese.
  • con la pensione di anzianità al raggiungimento dei 67 anni di età, quindi nel 2031, a patto di aver maturato almeno 20 anni di contribuzione. Secondo le proiezioni INPS, tuttavia, nel 2031 per accedere alla pensione saranno richiesti 67 anni e 11 mesi, quindi probabilmente chi è nato nel 1964 dovrà attendere il 2032 per ritirarsi dal lavoro.

Quando andrò in pensione?

Puoi calcolare quando andrai in pensione comodamente online, con il nostro servizio online che ti consente di stimare la decorrenza della pensione inserendo pochi, semplici dati.