Elezioni 2022: le richieste dell’ABI ai partiti per la ripartenza del Paese

di Alessandra Gualtieri

15 Agosto 2022 16:36

L'ABI scrive ai partiti in relazione ai programmi elettorali in vista del voto del 25 settembre: misure contro la crisi ma anche per la crescita.

I vertici dell’ABI scrivono alle Commissioni parlamentari e ai Partiti offrendo il proprio contributo nella definizione delle linee programmatiche di natura tecnica e politica, in vista delle elezioni dei prossimo 25 settembre.

Il documento “Banche per l’Italia” riflette il punto di vista dell’Associazione, il cui primo concetto chiave è il seguente: siamo ancora in emergenza e dunque dobbiamo ancora spingere sulla crescita, inclusiva e sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

La pandemia e la guerra russo-ucraina rendono necessario che il percorso di crescita dell’economia italiana non si interrompa, anche perché il livello del reddito complessivo in Italia è ancora molto inferiore a quello del periodo precedente all’avvio della grande crisi economica e finanziaria.

Sul ruolo del Paese in Europa, emerge la richiesta di puntare su eccellenza delle imprese, capacità di risparmio delle famiglie e solidità del mondo bancario.

Per massimizzare il ruolo delle banche a supporto dello sviluppo e della crescita occorre un quadro regolamentare nazionale e europeo che sappia perseguire la stabilità avendo come obiettivi la crescita sostenibile, l’occupazione e la competitività.

Un nuovo quadro normativo

In particolare, occorrono Testi Unici europei delle Banche, della Finanza, del Fallimentare e del diritto penale dell’economia. Nello specifico:

  • Va completata l’Unione Bancaria Europea, definendo regole per la gestione delle crisi di banche di minori dimensioni.
  • Le norme UE sulle banche devono far crescere l’economia in modo sostenibile, a beneficio di famiglie e imprese.
  • Il recepimento di Basilea 3+ non deve aumentare il divario competitivo con gli Stati Uniti.
  • Occorre rivedere il limite dell’1% fissato dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) nell’ambito delle definizioni di default, in caso di ristrutturazione/allungamenti dei prestiti, per rendere tutelare le imprese sane ma in temporanea difficoltà
  • Proporzionalità della regolamentazione e supervisione bancaria devono tutelare la libertà di impresa, in coerenza con i principi delle norme nazionali e costituzionali.
  • Il quadro normativo deve facilitare la transizione delle imprese, specie di minori dimensioni che, pur non rispettando le classificazioni di sostenibilità europee (Tassonomia) hanno piani credibili per l’adozione di sistemi e processi più sostenibili.
  • Niente penalizzazione (ponderazione diversa da zero/limiti di concentrazione) nel possesso di titoli di Stato da parte delle banche europee.
  • Occorre rivedere le regole NPL sugli automatismi negli accantonamenti sui crediti deteriorati al trascorrere del tempo (calendar provisioning).
  • La nuova Autorità Europea per il contrasto del riciclaggio deve avere sede in Italia, vista la carenza nel nostro Paese di altre Istituzioni finanziarie europee.

Misure per il credito e la competitività

Le normative nazionali devono essere allineate al quadro europeo e si devono rimuovere i vincoli strutturali attivando politiche economiche chiare e stabili per recuperare competitività.

  • Migliori condizioni di accesso alle risorse del PNRR.
  • Politiche economiche subito operative e meno interventi a pioggia.
  • Un quadro di certezza giuridica e parità di condizioni tra banche e operatori in tema di innovazione tecnologica.
  • Presidiare gli sviluppi legislativi europei in tema di finanza digitale ed Euro digitale.
  • Interventi di politica economica in ottica di sostenibilità ambientale e sociale.
  • Efficace contrasto dell’evasione fiscale.
  • Tutelare il potere di acquisto dei lavoratori senza automatismi che alimentino spirali inflazionistiche.
  • Incentivare gli investimenti a medio e lungo termine con il contributo degli investitori istituzionali.
  • Meno decreti attuativi e più stabilità nelle normative.
  • Certezza del diritto, piena legalità, efficientamento della giustizia civile.
  • Investimenti pubblici in infrastrutture incentivando la finanza di progetto.
  • Incentivare il rafforzamento patrimoniale delle imprese.
  • Rafforzamento dei fondi di garanzia per imprese e famiglie, rimuovendo i vincoli e chiarendo con la Commissione Europea i profili di rilievo sulla disciplina degli aiuti di Stato.
  • Certezza alla cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi, semplificando le procedure e chiarendo il tema delle responsabilità.
  • Ridurre il cuneo fiscale e il costo del lavoro, con misure per la flessibilità in entrata e in uscita volte al ricambio generazionale.

L’evoluzione del lavoro

L’ABI suggerisce al mondo della politica di superare i paradigmi tradizionali e valutare, anche nel lavoro dipendente, aspetti prossimi al lavoro autonomo, valorizzando la contrattazione collettiva.

  • Incentivi per l’occupazione giovanile per un arco temporale predefinito.
  • Incentivi fiscali prolungati per investimenti nel Mezzogiorno.
  • Attuare progetti formativi in cui i giovani possano essere seguiti dalle università ma come veri tutor e non con mero controllo burocratico.