La certezza è che il decreto Aiuti bis varrà almeno 14 miliardi di euro, recuperati dall’assestamento di bilancio, e arriverà nei primi giorni di agosto. L’intervento resterà corposo, come annunciato dal premier Mario Draghi, anche se i contenuti non sono ancora del tutto definiti. Il Governo ha concluso una due giorni di incontri con imprese e sindacati per ascoltarne le istanze e anticipare i punti chiave del provvedimento.
Secondo Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, l’esecutivo ha indicato l’intenzione di utilizzare le risorse per pochi interventi ma incisivi. In base alle anticipazioni, ci saranno la proroga dello sconto sulla benzina fino a ottobre e quella degli sconti in bolletta per le famiglie in difficoltà (Bonus Sociale).
Ancora nessuna certezza, invece, sul rinnovo del bonus 200 euro. Si parla da giorni della proroga di questa misura una tantum, che resta fra le ipotesi praticabili, ma i sindacati hanno riferito una preferenza del Governo per una nuova decontribuzione in busta paga ed un incremento, per il solo secondo semestre 2022, dell’importo delle pensioni anticipando al secondo semestre l’adeguamento all’inflazione.
«Nel decreto stanno lavorando a un provvedimento che aumenti la parte decontribuita e quindi che faccia pagare meno contributi sociali ai lavoratori, in questo modo aumentando il netto in busta paga, da luglio a dicembre. Quindi un provvedimento strutturale almeno fino alla fine dell’anno», spiega Maurizio Landini, numero uno della Cgil, che però fa un riferimento anche al bonus 200 euro:
consideriamo importante che il governo si sia impegnato ad erogare i 200 euro di luglio anche a quei lavoratori precari e stagionali che erano stati esclusi e questa era una nostra richiesta.
Sembra quindi che ci possa essere un doppio binario: decontribuzione da luglio a dicembre per i lavoratori dipendenti, bonus di 200 euro per chi è stato escluso in luglio. O forse anche per le altre categorie che lo hanno già preso, quindi una proroga del bonus già riconosciuto.
La richiesta dei sindacati è essenzialmente questa: «abbiamo rinnovato la richiesta di prorogare il bonus di 200 euro e di estenderlo alle fasce ingiustamente escluse: lavoratori precari, operai agricoli stagionali, operatori dello spettacolo, insegnanti, somministrati», aggiunge Sbarra.
In realtà, le associazioni imprenditoriali riferiscono anche di un’altra ipotesi, ovvero al sostituzione del bonus 200 euro con un taglio IVA sui generi di prima necessità (pane, pasta, altri alimentari).
Sul fronte imprese, le associazioni chiedono in primis nuove misure per far fronte al caro energia. Sembrano certe, in base alle anticipazioni, la proroga dei crediti di imposta alle imprese.
Si tratta, oltre che di misure che il Governo sembra effettivamente orientato ad adottare, di una precisa richiesta delle imprese: «le nostre imprese – sottolinea Marco Granelli, presidente di Confartigianato – pagano l’energia elettrica l’81% in più rispetto allo scorso anno e il gas il 63% in più. Per attenuare l’impatto di questi aumenti, chiediamo la proroga per il 4° trimestre 2022 del taglio dei costi dell’energia con l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas e la proroga del credito d’imposta per il 2° e 3 trimestre dell’anno sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore».
Proroga dei crediti d’imposta chiesta anche da Confapi, che avanza anche altre proposte: modulazione del costo dell’energia parametrato al costo di generazione, sospensione per tutto il 2022 degli oneri generati dal servizio pagato a Terna per il Capacity market. Confapi insiste anche su semplificazioni per i prestiti agevolati alle imprese, proroga moratoria sui prestiti scaduta lo scorso 30 giugno, innalzamento del tetto dei fringe benefit esentasse, detassazione premi di produzione.
Confartigianato chiede anche «l’immediata fruizione dei 500 milioni previsti a favore autotrasporto», e nuove misure per sbloccare i crediti incagliati delle cessioni per lavori edilizi.