Il rialzo dei tassi d’interesse era ampiamente atteso, la presidente della BCE, Christine Lagarde, aveva già presentato a giugno le principali linee di politica monetaria della banca centrale europea. Ma il rialzo è stato più ingente del previsto: 50 punti base.
Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali sale allo 0,50%, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale si porta allo 0,75% e infine il tasso sui depositi è allo 0,00%.
E’ un’inversione di tendenza importante. Non succedeva da dieci anni che Francoforte alzasse il costo del denaro. La scelta è determinata fondamentalmente dalla nuova situazione economica di alta inflazione. Lo conferma la nota stampa di accompagnamento all’intervento:
Il Consiglio direttivo ha ritenuto opportuno adottare un primo intervento più ampio nella normalizzazione dei tassi di riferimento rispetto a quanto segnalato nella riunione precedente. Questa decisione si basa sulla valutazione aggiornata del Consiglio direttivo sui rischi di inflazione e sul maggiore sostegno fornito dal TPI a un’efficace trasmissione della politica monetaria.
Il TPI (Transmission Protection Instrument) è il nuovo scudo anti spread deciso dalla Commissione UE, che consente di acquistare titoli sul mercato secondario. La portata degli acquisti dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria. Salvaguardando il meccanismo di trasmissione, il TPI consentirà al Consiglio direttivo della BCE di assolvere più efficacemente il mandato di preservare la stabilità dei prezzi. L’obiettivo della Banca Centrale Europea resta dunque quello di riportare e poi contenere l’inflazione entro il 2%.