Una nuova pronuncia del TAR del Lazio riporta l’attenzione su una questione molto cara ai dipendenti pubblici: la rateizzazione del TFR. I tempi di liquidazione della buonuscita per gli statali, infatti, rischiano di essere eccessivamente lunghi in virtù di quanto previsto dalla normativa del 2014 che ha stabilito l’erogazione differita e dilazionata del TFR, per importi che superano la soglia di 50mila euro lordi.
L’ordinanza n. 6223 del 17 maggio 2022, infatti, mette in evidenza come la dilazione sia in contrasto con quanto previsto dall’articolo 36 della Costituzione:
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Questa misura è finalizzata al contenimento della spesa pubblica e coinvolge i dipendenti di tutte le Pubbliche Amministrazioni, come stabilito dalla Legge di Bilancio del 2014. La disposizione che impone al lavoratore di attendere fino a 12 mesi per l’erogazione del TFR sarebbe però incostituzionale, così come l’allungamento della tempistica in caso di dilazione per ricevere l’intera somma spettante.
Secondo il TAR, la Corte Costituzionale dovrebbe esprimersi definitivamente sulla questione della legittimità della rateizzazione del TFR per gli statali.