Nel testo della delega di riforma fiscale approvato in commissione Finanze alla Camera c’è anche il cosiddetto cashback fiscale. In base alle anticipazioni, funzionerà così: per tutte le sulle spese sanitarie sostenute che di norma danno diritto alla detrazione IRPEF del 19% nella denuncia dei redditi dell’anno successivo, ogni tre mesi arriverà invece, direttamente sul conto corrente, un rimborso in denaro di pari importo alla detrazione teoricamente spettante.
Il Ddl delega è in fase di approvazione: il dibattito nell’Aula di Montecitorio parte adesso e successivamente ci sarà il passaggio in Senato. Pertanto alcuni detttagli del cashback potrebbero cambiare, ma sostanzialmente c’è già un accordo su questa misura. Vediamo cosa prevede.
Come funziona il cashback fiscale spese mediche
Si tratta di una misura a costo zero per lo Stato, visto che le detrazioni sanitarie sono già previste. Il vantaggio per il contribuente è invece evidente: si anticipa nel tempo il rimborso da 730 e si risolve il problema degli incapienti che non possono sfruttare le agevolazioni d’imposta in dichiarazione dei redditi, perchè la detrazione si trasforma in rimborso diretto e immediato.
Cashback spese mediche
Il nuovo meccanismo si applicherà su base volontaria, anche perchè non tutti preferiscono anticipare il rimborso ma potrebbero preferire rimandarlo al 730, per avere una voce di spesa in più da “scontare” ed abbattere le eventuali imposte dovute. Si partirà con le spese mediche e sanitarie (farmaci, visite mediche, esami, ecc.) sostenute in tempo reale, per le quali arriverà direttamente il cashback fiscale sul conto corrente.
Si può quindi decidere al momento del pagamento fra cashback o applicazione della normale detrazione in dichiarazione dei redditi. In base alle anticipazioni, saranno poi farmacisti, medici e operatori sanitari, quando inviano i dati telematicamente al Sistema Tessera Sanitaria, a segnalare che il contribuente ha scelto il cashback e, a fronte di questa indicazione, lo Stato verserà la somma spettante sull’IBAN indicato.
Il vantaggio per gli incapienti
Sempre in base alle anticipazioni, il cashback spese sanitarie è applicabile a tutti i contribuenti che lo indicano come preferenza (non si sa ancora con quali modalità, probabilmente contestualmente al pagamento).
Si tratta in primis di un vantaggio per gli incapienti che, non pagando tasse, non possono neanche utilizzare le detrazioni fiscali. In questo modo, invece, recuperano subito ed in autonomia le proprie spese sanitarie. Pensiamo anche a chi è senza sostituto d’imposta che rimborsa nel periodo minimo i rimborsi da 730: in questo modo, si risolve il problema a monte. Per tutti gli altri contribuenti c’è comunque un vantaggio: il rimborso arriva in tempi più brevi e certi. Chi invece trova vantaggioso applicare la detrazione in dichiarazione dei redditi, perchè lo ritiene utile ai fini fiscali, potrà comunque continuare a farlo.
Detrazione fiscale e franchigia
Non dovrebbero cambiare le regole relative ad importi e franchigia: alle spese sanitarie si applica una detrazione con aliquota IRPEF del 19% sull’importo che supera la franchigia di 129,11 euro (che si riferisce al totale delle spese sanitarie sostenute nell’anno). In pratica, per quantificare con precisione la detrazione o il cashback a cui si ha diritto, bisogna sommare tutte le spese e sottrarre 129,11 euro, per poi calcolare il corrispondente 19%.