Gli Acquisti Verdi (GPP – Green Public Procurement) rispondono ad un preciso obbligo di legge previsto dal Codice degli Appalti (articolo 34 del Dlgs 50/2016) per le Pubbliche Amministrazioni nell’ambito di appalti e procedure di acquisto della PA, integrando i criteri ambientali in tutte le loro fasi, incoraggiando la diffusione di tecnologie green e prediligendo soluzioni con il minor impatto, lungo l’intero ciclo di vita.
Acquisti Verdi: come funziona il GPP
La definizione di GPP è fornita dalla Comunicazione COM(2008)400 “Appalti pubblici per un ambiente migliore”. La Strategia europea per l’economia circolare attribuisce infatti un ruolo chiave alle Pubbliche Amministrazioni nella promozione dell’eco-sostenibilità in chiave innovativa di prodotti e servizi e e del riutilizzo dei materiali, proprio attraverso appalti e acquisti verdi.
A livello europeo, il GPP è volontario. In Italia si tratta invece di un obbligo. Le linee guida da seguire sono contenute nel Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement (PAN GPP), che ha l’obiettivo orientare la spesa pubblica verso l’efficienza energetica e il risparmio delle risorse. Il Piano individua specifiche categorie di prodotti e servizi ai quali applicare specifici requisiti, criteri ambientali minimi (CAM) da adottare negli appalti e nelle procedure di acquisto pubblico, per promuovere modelli di produzione e consumo sostenibili e ispirati ai principi dell’economia circolare.
Acquisti Verdi: perché sono così importanti
Il Green Procurement può essere applicato al settore pubblico ma anche a quello privato, per ogni prodotto o servizio, a partire dalla progettazione e passando per la produzione e l’utilizzo, per finire con lo smaltimento. L’adozione di queste strategie mira ad orientare il mercato verso prodotti sostenibili, allo sviluppo della green economy e alla diffusione del lavoro “verde” (green jobs).
Parliamo di un mercato che vale quasi il 20% del PIL di un Paese: è quindi evidente come sia strategico alimentare e orientare questo mercato virtuoso, così da contribuire al consolidamento di un’economia e un’industria realmente improntati alla sostenibilità.
Cosa sono i Criteri Ambientali Minimi
I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono requisiti di tipo sociale, ambientale ed economico (definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della PA) in base ai quali selezionare gli acquisti pubblici con il miglior rapporto tra prestazioni, costi e impatto. Aggiornati periodicamente sulla base dell’evoluzione di mercato, i CAM riguardano le categorie di forniture e affidamenti individuate nel PGPP e definite “prioritarie”.
I CAM negli appalti pubblici
Il Codice degli Appalti ha reso obbligatorio per le stazioni appaltanti applicare i CAM per l’intero valore dell’importo della gara, delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali, nonché per la definizione dei “criteri di aggiudicazione dell’appalto”. Il monitoraggio dell’applicazione dei CAM è in capo all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione). L’implementazione dei CAM garantisce così l’attuazione di una politica nazionale in materia di appalti pubblici verdi. Le amministrazioni aggiudicatrici di appalti possono comunque scegliere di includere tutti o solo alcuni dei requisiti nei bandi di gara.
I CAM in vigore nel 2022
I CAM sono definiti per aree di applicazione (edilizia, rifiuti urbani, sanificazione veicoli, verde pubblico, ecc.) . I Criteri Ambientali Minimi attualmente in vigore sono consultabili sul sito del Ministero della Transizione Ecologica e riguardano in tutto 18 categorie merceologiche, di cui 11 sono definite prioritarie:
- Arredi per interni
- Arredo urbano
- Ausili per l’incontinenza
- Calzature da lavoro e accessori in pelle
- Carta
- Cartucce
- Edilizia
- Illuminazione pubblica (fornitura e progettazione)
- Illuminazione pubblica (servizio)
- Illuminazione, riscaldamento/raffrescamento per edifici
- Lavaggio industriale e noleggio di tessili e materasseria
- Rifiuti urbani
- Ristorazione collettiva
- Sanificazione
- Stampanti
- Tessili
- Veicoli
- Verde pubblico
I CAM prioritari sono: arredi (mobili per ufficio, arredi scolastici, arredi per sale archiviazione e sale lettura); edilizia (costruzioni e ristrutturazioni di edifici con particolare attenzione ai materiali da costruzione, costruzione e manutenzione delle strade); gestione dei rifiuti urbani e assimilati; servizi urbani e al territorio (gestione del verde pubblico, arredo urbano); servizi energetici (illuminazione, riscaldamento e raffrescamento degli edifici, illuminazione pubblica e segnaletica luminosa); elettronica (attrezzature elettriche ed elettroniche d’ufficio e relativi materiali di consumo, apparati di telecomunicazione); prodotti tessili e calzature; cancelleria (carta e materiali di consumo); ristorazione (servizio mensa e forniture alimenti); servizi di gestione degli edifici (servizi di pulizia e materiali per l’igiene); trasporti (mezzi e servizi di trasporto, sistemi di mobilità sostenibile).
Acquisti Verdi: esempi pratici
L’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli acquisti verdi della PA è obbligatoria, ad esempio, per le gare d’appalto relative a forniture che hanno a che fare con il consumo energetico (materiale per illuminazione, computer, servizi energetici per gli edifici.
In percentuale variabile, tale obbligo è applicato anche alle altre categorie di fornitura: gestione rifiuti urbani, gestione verde pubblico, toner e carta per stampanti, ristorazione collettiva, servizio di pulizia, prodotti per l’igiene, prodotti tessili, arredi per ufficio.
Eco-label e Certificazioni green
Uno degli strumenti più diffusi per la promozione degli acquisti verdi sono le eco-label (eco-etichette), utili a valutare un prodotto o servizio in termini di prestazioni ambientali in relazione alle altre offerte di mercato. Molte di queste non sono obbligatorie ma, assieme alle certificazioni green, concorrono a far emergere i propri prodotti e servizi sul mercato del GPP.
Per l’applicazione nell’ambito di appalti e bandi di e-procurement della PA, è possibile farsi un’idea consultando l’elenco esemplificativo delle eco-etichette internazionali oggi esistenti.
L’Ecolabel UE, per esempio, è un’etichetta di tipo I utilizzata come marchio di qualità ecologica come definito da Regolamento CE (n.66/2010) e attesta che un determinato prodotto o servizio vanta un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita (certificato da ISPRA Ambiente).
Discorso analogo per le certificazioni green: le imprese e gli operatori che possono vantare certificazioni ambientali si troveranno in prima fila nel mercato pubblico e privato degli acquisti versi e, per quelli in possesso di certificazione ambientale EMAS o UNI EN ISO 14001, sono previste corsie preferenziali all’accesso agli appalti di beni e servizi green alle PA. Per il mondo produttivo, sono consigliati anche l’adozione di strategie di eco-innovazione e migliori tecniche disponibili (BAT).