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Controlli fiscali sul dichiarazioni dei redditi: pagamento avvisi bonari in 60 giorni

di Anna Fabi

13 Maggio 2022 09:00

Raddoppiano i termini per pagare le somme inserite negli avvisi bonari dell'Agenzia delle Entrate relativi ai controlli sulle dichiarazioni dei redditi.

Gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate inviati in seguito a controlli fiscali automatizzati sulle dichiarazioni vanno pagati entro 60 giorni per evitare l’iscrizione a ruolo delle somme dovute: il termine è quindi raddoppiato rispetto ai consueti 30 giorni. La norma è inserita in un emendamento approvato nel corso della conversione in legge del decreto Taglia-prezzi, o decreto Ucraina bis.

La dilazione di pagamento riguarda le comunicazioni di irregolarità che il Fisco rileva e segnala invia in seguito ai controlli sulle dichiarazioni dei redditi (IRPEF, IRAP, IVA), quando registra un importo delle imposte versate inferiore rispetto a quelle dovute dal contribuente.

Il riferimento è l’articolo 2, comma 2, del Dlgs 462/1997, in base al quale se il contribuente non paga entro il termine stabilito le somme vengono automaticamente iscritte a ruolo. La modifica riguarda appunto il termine entro il quale bisogna pagare per evitare l’iscrizione a ruolo, che sale a 60 giorni dagli attuali 30.

Le anomalie sono segnalate con lettere e inviti a regolarizzare la situazione tramite il ravvedimento operoso, pagando con le sanzioni minime. La comunicazione arriva al domicilio digitale o per posta ordinaria ed è consultabile anche all’interno del “Cassetto fiscale” oppure dalla piattaforma “Fatture e Corrispettivi”.

Il pagamento va effettuato utilizzando il modello F24. Se si paga entro il termine di 60 giorni, l’ammontare delle sanzioni amministrative dovute è ridotto ad un terzo (quindi, dal 30 al 10%) e gli interessi (pari al 3,5% annuo) sono dovuti fino all’ultimo giorno del mese antecedente a quello dell’elaborazione della comunicazione.

E’ possibile pagare gli importi a rate. Il mancato pagamento di una rata entro il termine di pagamento di quella successiva determina la decadenza dalla rateazione e l’importo dovuto viene iscritto a ruolo.

Il decreto 21/2022 ha appena terminato il suo iter al Senato (approvato giovedì 12 maggio con 178 voti favorevoli, 31 contrari e un’astensione) e ora passa alla Camera. Con ogni probabilità non ci saranno ulteriori modifiche, l’iter di conversione va concluso entro il 20 maggio. Le modifiche saranno in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.