Torna a riaccendersi il dibattito sul salario minimo, col la proposta di un tavolo permanente con le parti sociali, avanzata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenendo al Festival Città Impresa a Vicenza. Il tema torna infatti ad essere attuale in considerazione del crescente caro prezzi e dell’inflazione, che impatta sul potere d’acquisto dei salari.
Interventi emergenziali
Diverse forze di maggioranza insistono da anni per arrivare a un accordo che consenta di introdurre una legge in Italia, e la strada potrebbe essere quella del comune impegno per arrivare ad un graduale taglio del cuneo fiscale sul reddito dei lavoratori, ancor più cruciale in questi i mesi, ormai anni, di crisi economica dovuta alla pandemia prima ed alla guerra ucraina adesso.
Il Governo ha inserito nel decreto Aiuti il bonus 200 euro per chi guadagna fino a 35mila euro lordi ma si tratta di una somma una tantum, mentre il dibattito sulla situazione contingente resta urgente, come ha confermato lo stesso Orlando in riferimento alla tutela dei salari:
se non si fa qualcosa subito si rischia una crisi sociale, ma anche una caduta della domanda interna, a cominciare dai servizi.
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Salario minimo strutturale
In corso, lo ricordiamo, c’è un confronto permanente fra Governo e parti sociali sulle misure economiche per contrastare la crisi economica determinata dalla guerra in Ucraina, che si somma alla fase di uscita dall’emergenza Covid.
Tendenzialmente, le opzioni di cui si discute sono sostanzialmente due:
- l’introduzione di una soglia minima per legge (c’è una proposta di legge dell’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, che prevede un minimo di 9 euro l’ora),
- il rimando alla contrattazione collettiva, soluzione tradizionalmente più cara ai sindacati (si tratterebbe di prevedere, per legge, che il salario minimo non possa mai essere inferiore a quello previsto dai contratti collettivi di categoria).
Ricordiamo che c’è anche una direttiva UE che pone la questione del salario minimo garantito: è un provvedimento ancora in discussione, che potrebbe comunque portare in tempi relativamente brevi (entro la fine dell’anno) a introdurre il salario minimo in tutto i paesi membri.
Taglio del cuneo fiscale
Più complesso l’inserimento del taglio del cuneo fiscale nella riforma fiscale, secondo Orlando.
Le condizioni finanziarie per una riduzione massiccia del cuneo fiscale non ci sono. Penso che sarebbe utile e interessante ragionare su un patto pluriennale.
Confindustria ha infatti proposto un piano da 16 miliardi per rendere strutturale il taglio del costo del lavoro. Il ministro apre piuttosto all’ipotesi di un programma di interventi correlato alla lotta all’evasione fiscale contributiva.
Abbassare di 10 punti il cuneo fiscale in una sola botta è sia abbastanza improponibile.