Secondo un recente sondaggio a campione condotto da Ispo per Confartigianato, aziende, artigiani e piccoli imprenditori vivrebbero l’attuale crisi finanziaria con preoccupazione per le sorti dell’economia globale ma anche con fiducia nella forza della propria impresa.
Molto apprezzati (dal 60,5%) sono gli interverti statali per far pronte al difficile momento che sta attraversando l’economia nazionale, in particolare (58%) la diminuzione del carico fiscale.
È il 51,8% dei piccoli imprenditori a prevedere un peggioramento della situazione economica italiana nei prossimi mesi, ma solo il 34,1% ritiene che avverrà lo stesso per la propria azienda. Ben il 44,3% del campione ritiene infatti che la propria situazione resterà invariata, quindi positiva.
Tra le preoccupazioni spiccano i timori (73%) per l’aumento dei tassi di interesse, che battono quelli per la tenuta dei livelli occupazionali della propria azienda (40,5%) e per l’accesso al credito (56%).
In merito a quest’ultimo punto, il 21% degli intervistati dichiara di aver percepito azioni restrittive da parte delle banche, in particolar modo in relazione alla richiesta di maggiori garanzie e l’incremento dello spread sui tassi di interesse.
Per far fronte alle future esigenze di liquidità dovute al momento di crisim il 56% delle imprese conta di affidarsi all’autofinanziamento, il 26% al credito bancario.
A creare i maggiori disagi sarebbero soprattutto i ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. L’attesa media sarebbe di 3 mesi e mezzo, ma per il 28% delle imprese che forniscono beni e servizi alla PA l’attesa va addirittura oltre i 4 mesi.