La riforma delle pensioni di fine anno potrebbe essere l’occasione per mettere mano alla mancata rivalutazione degli assegni pensionistici. Per la UIL, in particolare, si dovrebbe intervenire su più fronti al fine di aumentare il potere d’acquisto delle pensioni.
A parte le proposte per la pensione anticipata (Quota 41 estesa a nuove fasce di beneficiari, pensione anticipata a 64 anni senza eccesive penalizzazioni, ecc.), vediamo quali sono i punti su cui i sindacati rivolgono critiche al Governo, in ottica di un intervento fiscale e previdenziale nella riforma pensioni 2023.
Pensioni: crolla il potere d’acquisto
Oltre alle misure per la flessibilità in uscita ed alla pensione di garanzia dei giovani, si dovrebbe pensare anche a tutelare il reddito degli attuali pensionati, che per oltre la metà percepisce un assegno medio di 750 euro. La UIL propone i seguenti interventi:
- nuovi criteri per l’indicizzazione delle pensioni,
- estensione della quattordicesima pensione,
- riduzione delle tasse sui redditi da pensione.
Negli ultimi dieci anni il potere d’acquisto delle pensioni si è infatti ridotto, richiamando l’attenzione dei sindacati coinvolti dal Governo in un tavolo permanente di concertazione sui temi economici di maggiore attualità in questi mesi di crisi internazionale, ed in preparazione della Legge di Bilancio 2023 dove dovrà trovare posto la prossima Riforma Pensioni.
Rivalutazione pensioni 2023
Una pensione da 1500 euro lordi di dieci anni fa, oggi ha visto ridursi il suo potere d’acquisto di oltre 700 euro l’anno. L’indicizzazione degli assegni, basata sul paniere FOI (Famiglie di Operai e Impiegati) non rispecchia più le effettive necessità di spesa odierna, tanto più che sugli assegni pensionistici grava una tassazione IRPEF sulla quale la riforma degli scaglioni e delle aliquote è intervenuta soltanto in minima parte.
Meno tasse sulle pensioni
A questo proposti, la richiesta sindacale è di equiparare la no tax area dei pensionati (8.500 euro) a quella dei lavoratori dipendenti : questo intervento, secondo le stime UIL, determinerebbe un incremento delle pensioni di 100-140 euro al mese. Per quanto riguarda le detrazioni, la soglia massima è adesso di 1.955 euro (rispetto ai precedenti 1.880 euro) con un minimo rimasto invariato a 713 euro, in base allo scaglione.
Reddito (€) | Detrazione (€)* |
Fino a 8.500 | 1.955 (non inferiore a 713) |
Tra 8.500 e 28.000 | 700 + 1.255 *[(28.000-reddito)/(28.000-8.500)] |
Tra 28.000 e 50.000 | 700 * [(50.000-reddito)/22.000)] |
Oltre 50.000 | 0 |
* Per i redditi da pensione fra 25mila e 29mila euro, la detrazione è aumentata di 50 euro.
Rispetto al 2021, i risparmi d”imposta sono i seguenti:
- pensione di 10mila euro, risparmio di 400 euro annui;
- pensione di 20mila euro, risparmio di 114 euro annui;
- pensione di 30mila euro, risparmio di 150 euro annui;
- pensione di 40mila euro, risparmio pari a 500 euro annui.
Considerata l’erosione costante del potere d’acquisto e la galoppante inflazione, tuttavia, nel 2023 questo beneficio fiscale potrebbe finire per essere divorato dagli aumenti dei costo della vita e dai rincari su beni e servizi primari.