Dal 1° luglio 2022 obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari, con una sola eccezione, almeno in base alle anticipazioni sul testo del provvedimento non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale: restano fuori dall’obbligo le Partite IVA in flat tax con fatturato fino a 25mila euro, che fino al 2024 potranno continuare ad emettere fatture cartacee. I forfettari che superano tale soglia, dal 1° luglio 2022 hanno l’obbligo di fattura elettronica.
Su questa imminente novità si sono scatenate le reazioni, a partire dall’Istituto nazionale tributaristi (Int):
bisogna inoltre evitare modifiche a un regime fiscale in corso d’anno, chiederemo al Governo e al Parlamento la non applicazione delle sanzioni per tutto il secondo semestre 2022.
In attesa di conferme, vediamo intanto a chi si applicano le nuove regole del decreto PNRR 2 e con quali tempistiche, strumenti e sanzioni.
Quali forfettari con fattura elettronica obbligatoria
Dal 1° luglio 2022 viene abolita l’esenzione (art. 1 III co del D.lgs 127/2015) per i contribuenti che applicano il regime di vantaggio (art. 1 commi da 54 a 89 della L. 190/2014) e agevolato con flat tax al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività), ma il nuovo obbligo scatta soltanto se il fatturato annuo è tra 25mila e 65mila euro. L’estensione dell’obbligo riguarda anche le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) e gli enti del terzo settore con proventi da attività commerciali fino a 65mila euro.
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Restano esentati: i soggetti che erogano prestazioni sanitarie (medici, specialisti, ospedali, farmacie) attraverso il Sistema Tessera Sanitaria (STS); alcuni operatori dell’agricoltura che applicano un regime fiscale speciale.
Per il resto, il regime forfettario rimane invariato, applicandosi alle Partite IVA che incassano fino a 65mila euro (con flat tax al 15%). Su questo punto interverrà, eventualmente, la riforma fiscale, mentre la novità inserita nel decreto PNRR 2 riguarda esclusivamente l’obbligo di fatturazione elettronica.
La platea delle Partite IVA con e-fattura
I forfettari, in base ai dati del Ministero delle Finanze sono circa 1,7 milioni di contribuenti. Bisognerà ora fare i calcoli introducendo il paletto dei 25mila euro per capire con precisione quanti sono i contribuenti per i quali dal prossimo luglio scatterà il nuovo obbligo. Tenendo presente che ci sono soggetti non obbligati che già emettono fattura elettronica. In base a un report Aruba-IDC sul livello di adozione della e-fattura fra le PMI italiane, il 46% delle piccole aziende utilizza la fattura elettronica pur senza averne l’obbligo, dato che cresce al 58% nel settore Finanza e al 76% nel settore dei Servizi professionali.
Forfettari: come emettere fattura elettronica
La fattura elettronica per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi tra soggetti residenti, stabiliti o identificati nel territorio dello Stato, è costituito un file generato direttamente in formato XML e inviato ai clienti transitando sul Sistema di Interscambio (SdI), che ne effettua tutti i controlli formali del caso. Per la generazione e la trasmissione della e-fattura si possono utilizzare:
- il software gratuito del Fisco: Compilazione Fattura Elettronica,
- la mobile app gratuita del Fisco: Fatturae,
- la procedura telematica gratuita dal portale Fatture e Corrispettivi,
- altri prodotti di mercato che rispettino le specifiche tecniche.
E-fattura: moratoria sanzioni forfettari
Previsto un periodo transitorio senza sanzioni pur a fronte dell’obbligo dal primo luglio: si applica per il terzo trimestre del periodo d’imposta 2022, quindi da luglio a settembre (se l’anno fiscale coincide con l’anno solare); in questo periodo, non saranno comminate sanzioni agli inadempienti se la fattura verrà comunque emessa, in formato elettronico, entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione. Dopo tale periodo transitorio, la scadenza per emettere fattura elettronica diventa quella degli attuali soggetti obbligati alla e-fattura: 12 giorni per la fattura immediata ed entro il giorno 15 del mese successivo per tutte le altre.
Fattura elettronica anti-evasione
La fattura elettronica si è rivelata finora uno strumento efficace per combattere l’evasione fiscale. In base ai dati comunicati dal Governo all’Unione Europea, ha permesso di recuperare direttamente due miliardi di euro, più ulteriori 580 milioni di euro di entrate supplementari attribuibili indirettamente alla misura. Lo strumento ha permesso anche di sventare frodi relative a operazioni transfrontaliere intra-UE, sulla base di flussi di fatturazione per operazioni inesistenti, per un importo di circa un miliardo di euro. Per questi motivi, l’Italia ha chiesto e ottenuto il via libera UE all’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica fino al 2024 e con platea estesa dei soggetti coinvolti.
Le richieste di proroga al 2023
Le associazioni di categoria attendono il testo ufficiale e definitivo del decreto, per valutare le richieste di eventuali modifiche al Parlamento. A partire da uno slittamento al 1° gennaio 2023.
Al momento, l’estensione è prevista fino al 2024 per tutte le Partite IVA che superano per ricavi o compensi il tetto di 25mila euro: nell’obbligo di fatturazione elettronica rietrano pertanto i soggetti in regime agevolato, le associazioni sportive dilettantistiche e gli enti del terzo settore con proventi commerciali fino a 65mila euro. Sono esclusi fino al 2024 i contribuenti (tra ditte individuali, autonomi e professionisti) con piccoli fatturati.