Imprese e sindacati uniti nel criticare le stime troppo ottimistiche inserite nel DEF (Documento di economia e finanza): non bastano i 5 miliardi previsti dal Governo per le misure di sostegno a famiglie e imprese da inserire nel Decreto Aiuti atteso dopo Pasqua. Sullo sfondo, il nuovo tavolo di confronto con le parti e sociali per affrontare le nuove emergenze economiche, che vedono sommarsi al Covid l’impatto della guerra in Ucraina.
Crescita: DEF ottimista sul PIL
Il DEF stima un PIL 2022 al 3,1% (il tendenziale è al 2,9%), dal precedente 4,7%, con una revisione al ribasso considerata troppo limitata da Confindustria, che prevede invece una crescita ferma all’1,9%.Per il segretario generale della Cisl, Ignazio Ganga, la crescita tendenziale del 2,9% parte dall’ipotesi «di una contrazione del PIL nel primo trimestre (-0,5%) e da una ripresa successiva e, soprattutto, dal trascinamento del 2,3% derivante dalla crescita del 2021». Il problema, però, è che in un contesto di ampia incertezza, la previsione viene considerata «molto fragile, perché anche il secondo trimestre dell’anno si preannuncia negativo».
Come finanziare i prossimi ristori
Le risorse che servono per le prossime misure di sostegno potrebbero risultare insufficienti a fronte di un quadro economico che potrebbe risultare più grave del previsto. Il segretario generale della Uil, Domenico Proietti, chiede un nuovo scostamento di Bilancio e un nuovo piano europeo sull’onda del Next Generation Ue che ha fatto fronte all’emergenza Covid. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ritiene che si debba «prima vedere quelle che sono le risorse che già oggi abbiamo a disposizione: in una fase come questa pensare di fare nuovo debito, con i tassi in crescita, potrebbe essere un problema».
Le risorse per il Decreto Aiuti
Su come finanziare il Decreto Aiuti ci sono diverse ricette, ma sul fatto che servano più dei 5 miliardi fin qui previsti dall’Esecutivo sono tutti d’accordo. Secondo Confcommercio, «sono evidentemente insufficienti rispetto all’obiettivo di un adeguato contenimento degli impatti economici e sociali di uno scenario in cui una pandemia ancora non conclusa si incrocia con l’apertura di un teatro di guerra in Europa».
Diverse le proposte che emergono dalle parti sociali, spesso concentrate sul mondo del lavoro (anche in relazione all’inflazione e alla conseguente perdita di potere d’acquisto dei salari), sulle riforme strutturali, a partire da quella delle pensioni, e sulla necessità di sostenere le imprese (le preoccupazioni maggiori sono il caro energia e l’inflazione).
Le proposte dei sindacati
- La Cgil, che pure chiede lo scostamento di bilancio, ritiene che la stretta sulla spesa pubblica metta a rischio una serie di riforme, come quella delle pensioni e quella fiscale, ma anche il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, e l’attuazione del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Alcune richieste specifiche: la creazione di un’Agenzia per lo sviluppo e di una Cabina di regia tra Governo, imprese, sindacati sui temi energetici e sulla transizione, più tasse sugli extra profitti, contributi di solidarietà per chi ha patrimoni superiori al milione di euro.
- La Cisl chiede di utilizzare risorse del PNRR per incentivare contratti a tempo indeterminato, misure per l’occupazione femminile (anche potenziando la conciliazione vita lavoro), nuovi ammortizzatori sociali emergenziali, per esempio a favore delle imprese artigiane che esportano in Russia, una misura per recuperare in busta paga gli eccessivi aumenti dell’inflazione, niente tasse sui premi di risultato 2021-2022.
- La Uil insiste sulla riforma fiscale, con intervento concentrati in particolare sulle fasce più deboli, sottolinea che il tema inflazione e caro energia debba essere recepito nei rinnovi contrattuali, chiede più misure per il Mezzogiorno, non adeguatamente sostenuto dal PNRR.
Le proposte delle imprese
- Confindustria pone l’accento sui sostegni alle imprese e propone un nuovo taglio del cuneo fiscale. Bonomi chiarisce: «avevamo stimato che, per avere un intervento di una certa importanza, si parlava di qualcosa tra i 16 e i 18 miliardi e credo che ci sia tutta la possibilità di farlo senza fare scostamenti di bilancio».
- Confcommercio propone di sostenere i consumi, anche con scelte mirate di riduzione IVA, dare impulso all’occupazione e al rinnovo degli accordi contrattuali sia intervenendo sul versante del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, sia attraverso misure di detassazione degli accordi contrattuali. Fra le misure per le imprese, garanzie per l’accesso al credito e moratorie e ristrutturazioni di più lungo termine dei prestiti bancari.
- Confartigianato chiede un tetto europeo al prezzo del gas, detassazione per ridurre il caro energia sulle piccole imprese, il rifinanziamento delle prestazioni straordinarie per il sostegno al reddito per le imprese artigiane.
- Confapi chiede prezzi dell’energia calmierati per i prossimi 3-6 mesi per le PMI, contro il caro materie prime propone un credito d’imposta per gli aumenti subiti dalle PMI, e di dimezzare l’Iva sull’acquisto di materie prime industriali per tutto il 2022. Fra le altre richieste, la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, misure per lo sviluppo delle filiere.
- CNA, confederazione nazionale artigianato, punta sul sostengo all’autoproduzione di energia delle piccole imprese, ristrutturazione e allungamento dei debiti contratti dal sistema produttivo durante la pandemia, potenziamenti dell’export Made in Italy.
- Secondo Confagricoltura, bisogna estendere il credito d’imposta sull’acquisto di carburante almeno al secondo trimestre, oppure di eliminare l’accisa sul carburante 2022, rendere strutturale il credito d’imposta al 50% per gli investimenti tecnologici previsto per il 2021, e fare un’azione di contrasto all’aumento esponenziale del costo dei fertilizzanti e dei mangimi.