In tema di pensioni per i precoci, a fronte delle numerose le novità introdotte nel sistema previdenziale in questi anni, permangono diversi dubbi tra gli aspiranti all’assegno anticipato. In questo articolo, cerchiamo dunque di fornire una risposta alle domande più frequenti (organizzate in FAQ) che i lettori di PMI.it pongono alla nostra Redazione.
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- Quali sono i lavori precoci?
- A che punto sono le pensioni precoci?
- Chi ha diritto alla pensione da precoce?
- A quanto ammonta la pensione precoci?
- Quando scatta il pagamento della pensione precoci?
- Quando scade la Quota 41 Precoci?
- Quando può andare in pensione un lavoratore precoce
- Quali sono i lavori usuranti riconosciuti dall’INPS?
Quali sono i lavori precoci?
I cosiddetti lavoratori precoci sono coloro che prima dei 19 anni hanno lavorato per almeno 12 mesi effettivi anche non continuativi, maturando l’anzianità contributiva necessaria al 31 dicembre 1995.
A che punto sono le pensioni precoci?
L’ultima Manovra finanziaria non ha introdotto novità per quanto riguarda la pensione precoci che continua a prevedere la Quota 41 di cui all’articolo 1 co. 199 della Legge di Bilancio 2017, consentendo di andare in pensione anticipata rispetto ai requisiti Fornero utilizzando ogni anno due finestre temporali per potervi accedere se si hanno i requisiti previsti: il 1° marzo ed il 30 novembre. La Riforma Pensioni di fine 2022 potrebbe vedere una estensione della platea dei beneficiari, ma per avere qualche certezza occorre attendere lo schema di Legge di Bilancio 2023, atteso in autunno.
Chi ha diritto alla pensione da precoce?
Possono accedere alla Quota 41 prevista per i precoci i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, se hanno anche almeno 12 mesi di contributi effettivi versati prima dei 19 anni di età e rientrano in una delle seguenti quattro categorie:
- disoccupati dopo tre mesi dalla NASpI o altra indennità spettante;
- caregiver da almeno 6 mesi di coniuge o parente di primo grado convivente, con handicap grave (Legge 194);
- invalidi civili con almeno il 74% di riduzione della capacità lavorativa accertata;
- addetti a lavori usuranti o gravosi (specificati dalla legge 67/2011 e dalla Manovra 2017) per almeno 7 anni negli ultimi 10 di attività.
Quanti anni ci vuole per andare in pensione per i lavoratori precoci?
I precoci possono accedere alla pensione con 41 anni di contributi da perfezionare anche tramite il cumulo gratuito dei periodi assicurativi (legge 24 dicembre 2012, n. 228), a prescindere dall’età anagrafica, a patto di rientrare in una delle categorie con diritto all’APE Sociale.
A quanto ammonta la pensione precoci?
L’assegno spettante alle pensioni Quota 41 viene calcolato senza penalizzazioni, con il sistema misto.
Quando scatta il pagamento della pensione precoci?
La decorrenza e il pagamento della pensione precoci è differenziata nel seguente modo:
- la decorrenza pensione per i precoci che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio scatta dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti;
- la decorrenza pensione per i lavoratori precoci che cumulano i periodi scatta il primo giorno del mese successivo all’apertura della relativa finestra.
Quando scade la Quota 41 Precoci?
Il blocco degli scatti legati all’aspettativa di vita per i lavoratori precoci è previsto fino al 2026. Successivamente la Quota 41 potrebbe essere incrementata.
Quando può andare in pensione un lavoratore precoce
Per la pensione agevolata riservata ai lavoratori precoci si deve inoltrare ogni anno la domanda di pensione precoci, per il riconoscimento del diritto. La scadenza principale per la domanda di riconoscimento del beneficio è quella del 1° marzo, ma eventuali domande tardive possono essere accettate se inviate entro il 30 novembre e in presenza di sufficienti risorse finanziarie per metterle in liquidazione.
A quando la risposta sulle pensioni precoci?
Per inoltrare la domanda di pensionamento vera e propria bisogna attendere la risposta INPS sul riconoscimento dei requisiti per accedere alla pensione precoci, che deve arrivare entro il 31 dicembre.
Quali sono i lavori usuranti riconosciuti dall’INPS?
Le prime 11 categorie di mansioni ritenute gravose sono:
- addetti alla concia di pelli e pellicce;
- addetti ai servizi di pulizia;
- addetti spostamento merci e/o facchini;
- conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
- conducenti treni e personale viaggiante in genere;
- guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni;
- infermieri o ostetriche che operano su turni;
- maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia;
- operai edili o manutentori di edifici;
- operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti;
- chi cura, per professione, persone non autosufficienti.
A queste categorie si sono poi aggiunte i lavoratori marittimi, i pescatori, gli operai agricoli e siderurgici.
N.B. Per il 2022 sono in elenco gravosi con diritto all‘APE Sociale anche:
- professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
- tecnici della salute;
- addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
- professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
- operatori della cura estetica
- professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati;
- artigiani, operai specializzati, agricoltori;
- conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
- operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
- conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
- conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
- operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
- conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
- conduttori di mulini e impastatrici;
- conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
- operai semi-qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
- operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
- conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
- personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
- personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
- portantini e professioni assimilate;
- professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
- professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.