In base all’Osservatorio INPS sulle pensioni quelle vigenti al 1° gennaio 2022 sono quasi 18 milioni, di cui circa il 78% di natura previdenziale e il 22% di natura assistenziale. L’età media dei pensionati è di 74,1 anni (71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne).
L’importo medio mensile della pensione di vecchiaia è di 1.285,44 euro, con un valore più elevato al Nord (1.379,92 euro). Il 58,4% delle pensioni ha un importo inferiore a 750 euro, percentuale che per le donne raggiunge il 71,1% (molti pensionati sono comunque titolari di più prestazioni pensionistiche o di altri redditi).
La distribuzione geografica vede con la percentuale più alta di prestazioni pensionistiche l’Italia settentrionale (47,85%), seguita da Centro (19,31%), Sud e Isole (30,77%), con un 2,06% di assegni erogati a soggetti residenti all’estero. Il Nord primeggia per le categorie vecchiaia e superstiti seguito dal Centro e dal Mezzogiorno, l’ordine si inverte per le pensioni di invalidità previdenziale e le prestazioni assistenziali.
Il 48,4% delle pensioni è in carico alle gestioni dei dipendenti privati, quasi per intero del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,2% delle pensioni, mentre le gestioni assistenziali erogano il 22,4% delle prestazioni.
Le prestazioni previdenziali sono per il 68% pensioni di vecchiaia, per il 5,7% di invalidità previdenziale e per il 26,3% da pensioni ai superstiti. Quelle liquidate nel 2021 erano: il 60,4% pensioni di vecchiaia, il 7,4% di invalidità previdenziale e il 32,3% ai superstiti. Le prestazioni assistenziali sono per il 20,3% pensioni e assegni sociali e per il 79,7% prestazioni erogate ad invalidi civili sotto forma di pensione e/o indennità (nel 2021 erano in tutto il 44,2%, per il 6,7% assegni sociali e per il 93,3% prestazioni di invalidità civile).