L’attesa introduzione della fatturazione elettronica europea entro il 2023 pone nuove sfide per le imprese, soprattutto per quelle che operano sui mercati digitali e che effettuano transazioni transfrontaliere di beni e servizi: dovranno molto presto adeguarsi a nuove procedure e dotarsi di strumenti di gestione automatica dei nuovi adempimenti.
L’obiettivo finale della UE è quello di armonizzare la disciplina comunitaria in materia di IVA per ridurre i costi operativi nonché le frodi fiscali, anche attraverso l’introduzione della fatturazione elettronica per i rapporti tra privati. Un percorso a tappe, che prevede un avvio progressivo e che dovrebbe interessare le operazioni tra Stati diversi. Vediamo tutto.
Raccomandazione sulla fattura elettronica europea
La Raccomandazione C1 sulla fatturazione elettronica prevede di istituire una norma comune per la fatturazione elettronica in tutta l’Unione così da evitare frammentazioni, e di valutarne l’introduzione obbligatoria in tutta l’Unione Europea entro il 2023, con emissione fatture amministrata mediante sistemi gestiti dallo Stato o da certificati. Sempre entro il 2023, la Raccomandazione UE prevede di esaminare la possibilità di coinvolgere i contribuenti negli adempimenti fiscali, rendendoli responsabili della conformità delle dichiarazioni.
IVA digitale: la consultazione online
Su questi temi è in corso una consultazione pubblica della Commissione Europea, aperta fino al 5 maggio 2022 e finalizzata ad individuare gli interventi più adatti alla definizione di un quadro comune per l’IVA nell’era digitale, tramite apposita proposta legislativa. La consultazione pubblica è aperta a PMI, associazioni di categoria, piattaforme e operatori e-commerce elettronico. Ecco i punti chiave.
- Obbligo dichiarazione digitale e fatturazione elettronica: potrebbero essere parziali (limitati alle operazioni transfrontaliere) o riguardanti anche le operazioni (interessando anche la fatturazione elettronica) e potrebbero essere estesi alla conservazione dei dati relativi alle operazioni transnazionali.
- Regime IVA per le piattaforme: approccio uniforme per quanto riguarda prestatore, natura dei servizi e luogo delle prestazioni, con la possibilità di fungere anche da sostituto d’imposta.
- Registrazione unica ai fini IVA: estensione dello Sportello unico alle forniture tra imprese e privati, semplificazione per quelle B2B intra-UE, potenziamento per le attività di importazione (ad esempio eliminando la soglia minima e rendendolo obbligatorio).
Nella relazione del Parlamento UE presentata lo scorso dicembre, si propone anche di armonizzate le informazioni contenute nelle fatture, così da favorire l’interoperabilità transfrontaliera.
La situazione in Italia
In questo scenario, l’Italia è apripista nella UE, essendo il primo e unico paese ad aver introdotto l’obbligo di e-fattura B2B e a gestire in maniera digitale anche gli adempimenti a carico degli operatori economici, sfruttando in Sistema di Interscambio, usato non solo le fatture elettroniche ma anche i dati delle operazioni con l’estero, in formato XML e specifici tipi documento e specifici codici del campo “Tipo Documento” e “Natura”, per indicare in maniera univoca le tipologie di operazioni IVA nella trasmissione dei dati delle operazioni transfrontaliere.
Dopo la proroga di sei mesi rispetto all’originaria scadenza di gennaio, a fine giugno va in pensione l’Esterometro e, a partire dalle operazioni del 1° luglio 2022, i tipi di documento per trasmettere all’Agenzia delle Entrate le informazioni sulle operazioni con fornitori esteri sono i seguenti.
- TD01 per le fatture attive relative ad operazioni verso soggetti non stabiliti in Italia;
- per le fatture passive ricevute dai fornitori esteri, si dovrà generare un documento elettronico da trasmettere allo SdI:
- TD17 Integrazione/autofattura per acquisto servizi dall’estero,
- TD18 Integrazione per acquisto di beni intracomunitari,
- TD19 Integrazione/autofattura per acquisto di beni ex art.17 c.2 DPR 633/72.