Triboo SpA aderisce alla raccolta fondi dell’Agenzia ONU per i Rifugiati per sostenere tutte le popolazioni colpite in Ucraina e nei paesi della regione. Questo è l’appello che ripubblichiamo. Potete effettuare una donazione a questo indirizzo.
Di seguito, il punto della situazione a cura di Laura Iucci, direttrice della raccolta fondi UNHCR Italia.
Sono passate solo due settimane dall’inizio dei combattimenti e in Ucraina oltre 5 milioni di persone, vale a dire circa il 15% della popolazione, sono state costrette a lasciare la loro casa. Fra queste, più della metà hanno attraversato le frontiere per trovare riparo nei Paesi vicini. Siamo dinanzi alla crisi di rifugiati che cresce più velocemente in Europa dalla Seconda Guerra mondiale. Come di recente ricordato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi, in decenni di lavoro umanitario raramente abbiamo assistito a un esodo così massiccio e rapido. Almeno un terzo dei 40 milioni di ucraini si trovano ora in una condizione di drammatico bisogno a causa del conflitto.
Gli oltre 2 milioni e 800 mila rifugiati nei Paesi vicini sono traumatizzati. Soltanto poche settimane fa conducevano una vita normale e adesso non hanno più nessuna certezza se non i pochi beni essenziali che sono riusciti a portare con loro nella fuga. In maggioranza, le persone che attraversano il confine sono donne, bambini, anziani e disabili. Ai nostri operatori presenti alle frontiere raccontano di essere precipitati nella disperazione nel giro di poche ore e di essere sotto shock. Migliaia di famiglie si dividono al confine: donne e bambini lo passano mentre gli uomini ritornano indietro a combattere. Queste separazioni sono state tra le cose più terribili a cui abbiamo mai assistito: si lasciano senza sapere se si rivedranno. L’UNHCR, Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sta facendo tutto il possibile per aiutare le persone in fuga dal conflitto.
Nonostante le enormi difficoltà legate alle precarie condizioni di sicurezza, stiamo portando aiuti che salvano la vita ovunque sia necessario e possibile. Nei Paesi vicini, in Polonia, Slovacchia, Moldavia, in Ungheria e Romania, stiamo lavorando accanto ai Governi per garantire ai rifugiati sicurezza, assistenza e protezione. La risposta di solidarietà a livello globale è senza precedenti. I Paesi vicini hanno lasciato aperti i confini e predisposto una macchina di accoglienza encomiabile. Inoltre, la decisione dell’UE di applicare la direttiva sulla protezione temporanea è stata particolarmente lodevole perché garantirà che i rifugiati vengano ammessi rapidamente nel territorio degli Stati membri e ricevano immediatamente lo status di protezione, senza la necessità di sottoporsi a un processo individuale per la determinazione dello status di rifugiato. Questo è esattamente il tipo di approccio rapido e orientato alla protezione che l’UNHCR sostiene nelle situazioni di crisi. Allo stesso modo la risposta delle comunità locali è commovente. Le famiglie stanno accogliendo a casa loro i rifugiati, condividendo tutto quello che hanno, con grande spirito di umanità.
Anche in Italia è partita una vera e propria gara di solidarietà che sta coinvolgendo i singoli individui, ma anche aziende e fondazioni, i testimonial, i nostri donatori regolari che hanno voluto dare un contributo ulteriore per aiutare le persone in fuga. Anche il mondo dello sport e della musica stanno dando un grande aiuto: ad esempio l’AS Roma è scesa in campo sabato 5 marzo con una maglia speciale per l’emergenza Ucraina, la cantante Chiara Civello ha dedicato il suo tour alle donne in fuga dalla violenza, la Filarmonica della Scala ha scelto di dedicare la Prova Aperta straordinaria per la Pace alla raccolta fondi per la popolazione ucraina.
Il settore della moda ha dato una risposta straordinaria grazie all’impegno della Camera Nazionale della Moda e delle tantissime aziende che hanno donato. E questi sono solo alcuni dei tantissimi gesti commoventi a cui stiamo assistendo in queste ore drammatiche. E’ evidente che non basta e che l’unico modo per fermare questa tragedia sia quello di tornare subito alla pace. Ma è altrettanto evidente che finchè le armi non saranno messe a tacere quello che dobbiamo fare è stare vicini al popolo ucraino. Soltanto restando uniti e insieme possiamo lenire la loro sofferenza. Per questo, ancora una volta, voglio lanciare un accorato appello: doniamo, facciamolo tutti e subito. Perchè in questo momento anche il più piccolo aiuto fa la differenza.