I fondi pensione aperti sono prodotti di risparmio previdenziale privato che hanno come obiettivo finale dell’investimento quello di consentire una rendita (una sorta di pensione complementare) oppure di riscuotere il capitale rivalutato quando si conclude la fase di accumulo. Vediamo come funziona e quali vantaggi comporta.
Fondo pensione aperto: cos’è
Il fondo pensione è una forma di gestione del risparmio, soggetta a specifica normativa di settore che tiene conto della finalità di risparmio. Il fondo aperto offre all’aderente una o più linee di investimento (o comparti), ciascuna caratterizzata da una combinazione di strumenti finanziari che tiene conto dell’orizzonte temporale dell’investimento e da una specifica relazione di rischio e rendimento.
Chi può sottoscrivere un fondo pensione aperto
Gestiti da Sgr (Società di gestione del risparmio), Sim (Società di intermediazione mobiliare) o da società di investimento (Sicav), questi prodotti si rivolgono all’intera platea dei risparmiatori. Chiunque può sottoscrivere quote di un fondo pensione aperto.
Che differenza c’è tra fondo pensione aperto e chiuso
I fondi negoziali (fondi chiusi) hanno regole più stringenti, rivolgendosi solo a coloro che hanno un contratto da lavoro dipendente in un determinato settore. I fondi negoziali sono infatti istituiti dai rappresentanti dei lavoratori e datori di lavoro nell’ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale.
Fondo pensione aperto: come funziona
Le risorse affidate in gestione sono depositate presso un istituto autorizzato dalla Banca d’Italia a svolgere l’attività di banca depositaria, che ha il compito di verificare che le operazioni effettuate dal gestore siano conformi alla legge e a quanto stabilito nello Statuto o nel Regolamento della forma pensionistica complementare.
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Il sottoscrittore riceve periodicamente i dati sull’andamento del fondo e del suo investimento. La Comunicazione periodica deve obbligatoriamente contenere le informazioni più importanti sull’investimento previdenziale: posizione individuale, contributi versati, rendimenti conseguiti, costi effettivamente sostenuti. Insieme alla Comunicazione periodica, viene inviato anche il Progetto esemplificativo personalizzato, che consente di stimare la pensione complementare calcolata in base a dati anagrafici, posizione individuale maturata, dinamica retributiva, opzioni di investimento.
Come aderire ad un fondo pensione aperto
L’adesione a un fondo pensione aperto comporta due fasi: quella di accumulo del capitale, attraverso versamenti periodici, e quella in cui viene versata la prestazione. Nella fase di accumulo il fondo si alimenta dei versamenti che vengono effettuati e delle performances degli investimenti sottostanti.
L’andamento dell’investimento è strettamente legato a quello del fondo scelto, è quindi importante compiere scelte consapevoli. Le linee di investimento sono classificate in base agli strumenti finanziari che vengono acquistati e sono riconducibili alle seguenti categorie:
- garantite: offrono una garanzia di rendimento minimo o di restituzione del capitale versato al verificarsi di determinati eventi, ad esempio, al momento del pensionamento;
- obbligazionarie pure o miste: investono solo o prevalentemente in obbligazioni;
- bilanciate: investono tendenzialmente in azioni e in obbligazioni nella stessa percentuale;
- azionarie: investono solo o principalmente in azioni.
Quando conviene fare un fondo pensione aperto
Il sottoscrittore deve avere le idee molto chiare sui costi dell’investimento, la sua durata, gli obiettivi di rendimento che si prefigge. Questi ultimi, dipendono alla fine da due fattori: i versamenti effettuati e l’andamento del fondo. Il fondo consegna al futuro investitore un Questionario di autovalutazione che consente di identificare la linea di investimento più adatta.
Vantaggi, svantaggi, rischi
Ci sono una serie di elementi chiave da considerare, secondo la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione):
- anni mancanti alla pensione;
- stima della futura pensione di base;
- capacità di risparmio;
- livello di rischio che si è disposti a sostenere;
- costi: qui viene sottolineata l’importanza di conoscere l’Indicatore sintetico dei costi (ISC), che misura quanto incidono annualmente sulla posizione individuale maturata i costi che l’aderente sostiene.
Inutile dire che bisogna sempre valutare con attenzione tutta la documentazione relativa all’investimento, che viene obbligatoriamente consegnata. Le informazioni periodiche fornite per legge consentono di controllare costantemente l’adeguatezza del percorso previdenziale scelto. E anche di modificarlo, ad esempio aumentando i contributi o cambiando l’opzione di investimento. Dopo due anni di adesione, si può sempre chiedere il trasferimento della propria posizione a un altro fondo.
Quanto frutta un fondo pensione aperto
Gli investimenti sono gestiti direttamente dalla società (banca, SGR, SIM, impresa di assicurazione) che ha istituito il Fondo. In base a come vengono gestiti, determinano diversi rendimenti.
Quando si matura il diritto alla prestazione (in genere, al raggiungimento dell’età pensionabile, con almeno cinque anni di iscrizione), si può scegliere se trasformare la posizione individuale maturata in rendita, ottenere fino a un massimo del 50% del capitale accumulato in un’unica soluzione e il restante in rendita; liquidare tutta la posizione in capitale. La rendita può essere:
- vitalizia (ricevuta dal momento del pensionamento per tutta la vita),
- differita (pagata da un certo momento in poi per tutta la vita),
- associata a una copertura long-term care (in tal caso, la rendita viene aumentata se interviene la non autosufficienza).
N.B. Si può prevedere la reversibilità a un beneficiario del capitale residuo dopo il decesso.
Ricordiamo infine che negli ultimi anni sono intervenute novità sulla possibilità di anticipare le prestazioni, ad esempio chiedendo la RITA, rendita integrativa temporanea anticipata, quando mancano al massimo cinque anni alla pensione. Ci sono poi altre forme di anticipazione prevista, che sono consultabili anche sul regolamento dei vari fondi: si possono chiedere anticipi per ristrutturare una casa, per sostenere spese sanitarie.
Quanto costa un fondo pensione aperto
- I rendimenti sono tassati al 20%, l’aliquota può essere inferiore se il fondo investe in titoli di stato, che scontano una tassazione agevolata al 12,5%.
- La rendita o il versamento del capitale sono tassati al 15%, percentuale che si riduce con l’anzianità di partecipazione al sistema di previdenza complementare; se questa è superiore a 15 anni, l’aliquota diminuisce dello 0,30% per ogni anno di successiva partecipazione fino al limite massimo di riduzione pari a sei punti percentuali. Con 35 anni di contribuzione, quindi, l’imposta scende al 9%.
- Le anticipazioni, se sono per spese sanitarie, vengono tassate al 15%, altrimenti al 23%, così come i riscatti della posizione individuale.
Agevolazioni fiscali
Si applicano le regole fiscali della previdenza complementare, per cui i contributi versati sono deducibili dal reddito, fino al limite di 5mila 164,57 euro all’anno.
Il mercato dei fondi aperti in Italia
In base all’ultima relazione annuale Covip, il mercato italiano nel 2020 era formato da 42 fondi aperti, che contavano 1,63 milioni di posizioni in essere, in aumento del 4,9% rispetto all’anno precedente. Sempre nel 2020, i fondi aperti hanno raccolto contributi per 2,3 miliardi, a fronte di prestazioni per 744 milioni e trasferimenti netti positivi per 173 milioni. La quota predominante di mercato (in rapporto alle risorse in gestione) è nelle mani di compagnie di assicurazione con il 55,9%, seguono le società di gestione del risparmio al 40,6%, mentre è pari al 3,5% la quota relativa all’unica banca presente nel settore.