Sfide di mercato e PMI: incentivi per manager competenti

di Anna Fabi

11 Marzo 2022 11:30

Le figure manageriali più richieste dalle imprese sono legate a innovazione, export e sostenibilità: analisi, incentivi e strumenti formativi su misura.

Fra i trend emergenti del 2022 emerge una rinnovata centralità del management nelle PMI per consentire alle piccole e medie imprese di fronteggiare le nuove tensioni internazionali e il caro energia, ma anche le grosse sfide del PNRR in uno scenario economico peraltro trasformato dall’esperienza Covid, che ha rivoluzionato processi produttivi e logiche lavorative.

Un mercato che cambia

La digitalizzazione e il rinnovamento tecnologico, lo sviluppo di un mercato sempre più globalizzato, gli obiettivi del Recovery Plan sono altri elementi che secondo Confapi «richiedono figure sempre più professionali capaci di accompagnare le imprese in un percorso di crescita e di maggiore competitività internazionale».

L’associazione imprenditoriale ha realizzato un’indagine sulla diffusione delle figure manageriali nelle PMI, rilevando che le compteneze dirigenziali più richieste sono relative alla capacità di governare i processi produttivi e organizzativi, rispondendo alle esigenze di innovazione. Da un’altra iniziativa, di Federmanager, insieme a Fondidirigenti e Manager Solutions, emergono le competenze manageriali necessarie per gestire le nuove forme di organizzazione del lavoro.

I nuovi manager nelle PMI

Le piccole e medie industrie del sistema Confapi hanno in media 2,7 manager per azienda. I dirigenti lavorano principalmente nella direzione (71%) e nello sviluppo del marketing (42%). Nell’ultimo biennio emerge però un trend che vede assunzioni di innovation manager (23,81%) ed export manager (26,19%). L’incertezza economica del momento non gioca però a favore del mercato del lavoro manageriale: solo il 20% delle PMI dichiara l’intenzione ad assumere nuovi manager nei prossimi due anni. Anche in questo caso le figure manageriali che la faranno da padrone sono l’innovation manager (57,14%) e l’export manager (28,57%), seguiti da manager per la sostenibilità/l’economia circolare (14,3%).

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Lo strumento privilegiato per le nuove assunzioni resta ancora il classico contratto di dirigente a tempo indeterminato (42,86%) seguito dalla nuova figura manageriale di Confapi e Federmanager del Quadro superiore (28,57%).

Contributi formazione manageriale

C’è una buona fetta di aziende (37,50%) impossibilitate a dotarsi di nuovi manager a causa dell’eccessivo costo aziendale che l’assunzione comporterebbe. A compensare, intervengono una serie di strumenti. Pmi Welfare Manager (il Fondo Welfare di assistenza collettiva per i Dirigenti di azienda e per i Quadri Superiori della piccola e media industria, costituito da Confapi e da Federmanager) fornisce servizi per portare le competenze manageriali nelle imprese tramite:

  • contributi per aziende che assumono un Professional per la durata minima di un anno e per chi contrattualizza un Professional, che si aggiungono al voucher statale per sostenere i processi tecnologici e digitali;
  • contributi per dirigenti per percorsi di certificazione delle competenze relativi all’Innovation Manager;
  • servizio di sostegno al reddito per tutti i disoccupati involontari.

Tra gli imprenditori, si rileva la consapevolezza che le aziende non in grado di disporre di nuove competenze manageriali dovranno per forza promuovere investimenti nella formazione delle risorse umane (36,23%) e faranno comunque fatica ad affrontare i cambiamenti tecnologici e digitali in atto (30,43%). Il 18,9% degli imprenditori ritiene inoltre che tali imprese correranno il rischio di rimanere tagliate fuori dai mercati.

Incentivi smart working e welfare

L’iniziativa “Scacco al Re-Turn” si propone di delineare percorsi di svolta per accompagnare le imprese nelle nuove dimensioni del lavoro che il futuro impon, con un un modello basato sulla metafora del gioco degli scacchi in cui ognuno dei pezzi rappresenta un ruolo del sistema aziendale.

Sulla base di approfondimenti sulle esperienze di smart working e welfare management «abbiamo finanziato piani formativi focalizzati anche allo sviluppo delle competenze manageriali necessarie per gestire le nuove forme di organizzazione del lavoro» sottolinea Carlo Poledrini, presidente di Fondirigenti. In particolare, con l’Avviso 1/2021 (151 piani formativi per un valore di due milioni di euro), si finanzia la formazione su nuove competenze manageriali e skill tecnico/gestionali per modelli di lavoro agile, sistemi di valutazione delle performance, stabilizzazione dei modelli di smart working, benessere aziendale e il welfare.

Nuovi stili di lavoro e management

«Scacco al Re-Turn fa riferimento alla svolta da operare, nell’ambito della cultura e delle attività aziendali, per favorire la ripresa dell’economia italiana. Per fare questo, servono manager dotati di idonee competenze – sottolinea il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla. Il contributo alla ripresa che può dare il lavoro agile è rilevante per molte ragioni. Nel secondo anno di pandemia siamo passati dallo Smart o dall’Agile “puri” a un contesto “ibrido”, che descrive la nuova cornice rilevata in molte imprese, in cui il lavoro completamente in presenza o completamente a distanza rappresenta ormai una parte minoritaria». Ora, conclude Cuzzilla, «per essere all’altezza delle sfide di questa stagione complessa, ai leader agili serve tenere al centro la fiducia e un nuovo stile di leadership con una visione che apra ad un insieme di modi “agiti” più che “teorizzati”, nel quadro di una crescente affermazione della “leadership gentile”. Un approccio nuovo, ma imprescindibile rispetto agli attuali modelli di lavoro e, a mio avviso, quello più performante per l’azienda».