Dobbiamo muoverci con rapidità e decisione per difendere il potere di acquisto delle famiglie e la competitività e forse anche la sopravvivenza delle nostre imprese.
Così il premier Mario Draghi in Parlamento, rispondendo il 9 marzo ad un question time sul caro energia e gli effetti economici della guerra in Ucraina. I temi chiave emersi: eventuale aggiornamento del Recovery Plan, proroga della sospensione del Patto di stabilità UE, nuove tutele per famiglie e imprese, nuove politiche per gli approvvigionamenti energetici.
Regole di bilancio inadeguate
Il governo pone tutta l’attenzione possibile alla realizzazione del PNRR e a contrastare nel frattempo l’impatto del caro energia sugli interventi e e le attività previste, ha spiegato Draghi, ma è chiaro che alcune regole vanno rilette. Per Draghi, le regole di bilancio sono inadeguate perchè non tengono conto delle priorità strategiche degli ultimi due anni: clima, energia, difesa. Occorre dunque ripensare allo schema generale, ha detto il premier.
È chiaro che molte delle regole che ci hanno accompagnato negli ultimi anni oggi devono essere rilette.
Patto di stabilità UE: ancora flessibilità fiscale
Una di queste riguarda la guida fiscale per il 2023. Anche la Commissione Europea ha proposto di rimandare la decisione sulla clausola di salvaguardia a quando saranno disponibili le previsioni di primavera. La situazione richiede un esame approfondito prima di disattivarla: le cose sono cambiate. Draghi ha ribadito che l’Italia sostiene la linea di maggiore cautela dimostrata dalla Commissione.
Misure contro il caro prezzi
Draghi ha ricordato il pacchetto di interventi di recente definizione, tra cui l’obbligo dell’inserimento di clausole di revisione dei prezzi negli appalti pubblici ed il meccanismo di compensazione delle variazioni di costo dei materiali da costruzione. Per gli interventi finanziati con le risorse del PNRR e del Piano complementare, inoltre, le compensazioni sono coperte dal Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche.
Draghi ha poi ricordato che è stata istituita presso il Ministero dello Sviluppo Economico una task force per far fronte alle difficoltà delle imprese in questo momento di crisi, non soltanto in relazione ai rapporti commerciali con Russia e Ucraina ma anche con riferimento alle materie prime.
Misure contro il caro energia
«Il Governo condivide le preoccupazioni per l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Siamo al lavoro per limitare l’impatto di questi rincari sulle imprese e le famiglie, soprattutto quelle più vulnerabili». Per quanto riguarda l’energia, Draghi ha ricordato i 16 miliardi di euro stanziati come primo intervento di sostegno, fino al secondo trimestre di quest’anno: azzeramento oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese, IVA ridotta al 5% per le utenze del gas, potenziamento bonus sociale e sussidi energetici per le famiglie più svantaggiate, credito d’imposta al 20% rispetto ai rincari per i consumatori industriali energivori.
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Produzione nazionale di gas
«Aumentiamo la produzione nazionale di gas sfruttando le concessioni esistenti, per il periodo 2022-2031. I nuovi volumi saranno offerti alle industrie, con una riserva di almeno un terzo per le piccole e medie e imprese». Il Governo si è attivato anche a livello diplomatico per diversificare le forniture estere.
Meno vincoli per le Rinnovabili
Sulle Rinnovabili, ricorda Draghi, il principale ostacolo oggi è rappresentato dai procedimenti autorizzativi: «se non lo superiamo non andiamo da nessuna parte». Se si sbloccano le autorizzazioni: «intendiamo rispettare l’obiettivo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di 70 gigawatt di rinnovabili entro il 2026».
«Sulle rinnovabili è fondamentale realizzare le infrastrutture, sono parte fondamentale del futuro dell’Italia e occorre la collaborazione di tutti, soprattutto, delle Regioni». Draghi propone di valutare la possibilità di «sospendere certe norme in un periodo di guerra», perchè ci troviamo oggi «in un contesto che non è normale».
Inoltre, ha spiegato il premier, «siamo anche impegnati a sbloccare diverse decine di gigawatt di eolico off-shore. Anche il biometano è stato oggetto di interventi, con l’obiettivo di raggiungere le 200mila tonnellate nel 2023 e un incremento di 50mila tonnellate annue nel successivo triennio».