Per chi è in cerca di un piccolo investimento semplice e redditizio, con operazioni che si concludono nel breve termine, il Social lending tra privati può essere la soluzione perfetta. Si tratta di una forma di finanziamento online tra privati o aziende, mettendo in contatto chi vuole investire in un progetto con chi ha un progetto da farsi finanziare. Vediamo come funziona, quali rischi e soprattutto quali rendimenti e garanzie offre.
Cos’è il Social lending
In ambito Fintech, il modello del Social lending (o anche P2P lending, ossia peer-to-peer lending) consiste nel proporre agli utenti privati investimenti di capitale in operazioni che offrono buone potenzialità di rendimento, legati allo sviluppo di progetti imprenditoriali.
Secondo la definizione della Banca d’Italia (Delibera n. 586/2016, Provvedimento recante disposizioni per la raccolta del risparmio dei soggetti diversi dalle banche), si tratta di:
uno strumento attraverso il quale una pluralità di soggetti può richiedere a una pluralità di potenziali finanziatori, tramite piattaforme on-line, fondi rimborsabili per uso personale o per finanziare un progetto.
Letteralmente significa “prestito sociale” e, come suggerisce il termine, si traduce in una forma di finanziamento / investimento realizzata attraverso portali web specializzati, che fanno incontrare domanda e offerta. In pratica, si mette in comunicazione chi ha la necessità di chiedere un prestito o finanziamento per un progetto ad elevate potenzialità di rendimento e chi ha a disposizione una certa liquidità da investire. La peculiarità è che si tratta in genere di operazioni tra privati.
Si tratta di una forma di lending-based crowdfunding, che prevede un prestito di denaro ai promotori di un progetto attraverso la sottoscrizione di un contratto di mutuo, come definito nell’art. art. 1813 del Codice Civile. Mentre nell’Equity crowdfunding l’investitore ottiene vere e proprie quote societarie nell’azienda su cui investe, nel Lending crowdfunding si persegue la logica del prestito, con un’obiettivo puramente di rendimento del capitale investito.
Come funziona il Social lending
L’investimento avviene dunque attraverso la sottoscrizione di un prestito, con un contratto che indica le modalità di rimborso e la remunerazione del capitale, attraverso il riconoscimento di un tasso di interesse.
L’investimento si realizza attraverso una piattaforma autorizzata, che offre al prestatore ogni possibile informazione sul progetto da finanziare. In questo modo, anche un piccolo risparmiatore ha l’opportunità di assicurarsi un rendimento in modo diretto, autonomo ed anche innovativo. In fase di iscrizione alla piattaforma di Social lending, bisogna specificare
- se si è un prestatore, impostando somma da investire, rendimento atteso e rischio stimato
- se si è in cerca di finanziamenti, indicando la somma richiesta, motivo/ progetto e durata del prestito.
Sul marketplace sono visionabili le iniziative accettate, su cui gli utenti possono iniziare a investire.
Perché scegliere il social lending
Perché un investitore dovrebbe preferire questa formula di investimento invece di consultare ad un broker? Perchè si tratta di uno strumento d’investimento innovativo, trasparente e soprattutto sicuro, in quanto regolamentato (Decreto Legislativo n.218/2017).
E perchè un aspirante imprenditore o startupper dovrebbe optare per il Social lending invece di rivolgersi a banche e finanziarie? Perchè l’accesso al credito per le startup e le aziende è sempre più complicato, necessita spesso di garanzie e valutazione di merito creditizio e non sempre prevede la necessaria flessibilità e velocità di erogazione della liquidità.
Social lending: vantaggi, svantaggi, rischi
Il vantaggio principale del Social lending per chi riceve il prestito/finanziamento è la velocità di gestione. Trattandosi di operazioni concluse per via digitale, tramite piattaforme specializzate, tutto avviene in tempi rapidi, con passaggi standard e trasparenti. Non solo: in genere si ottengono anche tassi di interesse più bassi rispetto alle banche.
Per i prestatori, la vera leva è la semplicità d’utilizzo e i buoni rendimenti attesi, perché i progetti selezionati, quelli su cui si vuole investire, sono già stati classificati dalle piattaforme stesse, che vi hanno apposto una sorta di bollino, ossia un rating.
Per entrambi i soggetti, poi, c’è un altro vantaggio fondamentale: è la piattaforma di social lending a gestire tutte le pratiche burocratiche, occupandosi anche del recupero crediti.
I rischi sono quelli di qualunque investimento: non è detto che i rendimenti attesi vengano centrati, ma una scelta oculata della somma da investire e del progetto da finanziare, riduce al minimo questo rischio, come del resto avviene anche attraverso i canali tradizionali.
Social lending: tassazione
I proventi di un investimento da Social lending sono considerati redditi da capitale e quindi tassati con aliquota sostitutiva del 26%. Alcune piattaforme fungono anche da sostituto d’imposta, gestendo per conto delle prestatore il versamento delle tasse.
Quali sono le piattaforme di Social lending in Italia
In Italia si contano diverse piattaforme di Social lending, alcune dedicate alle imprese ed altre agli utenti privati.
- Per le imprese in cerca di capitali ci sono: Opyn, Housers, October, PrestaCap, The Social Lender.
- Per i privati che vogliono investire segnaliamo: MotusQyo, Prestiamoci, Smartika, Soisy e Younited Credit.
Tra i siti emergenti di crowdfunding, anche stranieri e non solo di social lending, si segnalano anche: Bondora, EstateGuru, IUVO, Mintos, Peerberry, Twino. Ed ancora: BHLending, Concrete Investing, Criptalia, Nibble, Robocash, Trusters, Viainvest.
In conclusione, la chiave per guadagnare con i prestiti P2P è trovare la piattaforma giusta per le proprie esigenze.