Dopo un dibattito complesso, l’Unione Europea ha individuato sette banche russe escluse dal sistema SWIFT, l’infrastruttura finanziaria che consente l’operatività internazionale tra istituti di credito. Restano Gazprombank (che gestisce le transazioni sul gas) e il colosso Sberbank, che però risente delle sanzioni e annuncia l’uscita dal mercato europeo.
In sostanza, per quanto riguarda l’impatto su economia italiana, ci sono due novità importanti:
- le sanzioni finanziarie alla Russia non impattano sulla compravendita di gas e garantiscono energia per le imprese e le famiglie (sull’aumento dei prezzi sono previsti interventi del Governo contro il caro bollette, che proseguiranno quando necessario).
- l’impatto sull’import-export si aggrava, perché si bloccano tutte le operazioni con aziende e clienti russi che operano tramite le banche fuoriuscite da SWIFT.
Le banche fuori da SWIFT
Partiamo con l’elenco delle sette banche che non possono più operare tramite SWIFT: Vtb Bank, la Bank Rossiya, Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Sovcombank e Veb.rf. Chi ha clienti in Russia che operano su questi istituti di credito non riuscirà più a inoltrare o ricevere pagamenti con le normali procedure.
Il caso Sberbank è diverso, libero di operare sui mercati internazionali ma con tali difficoltà da chiudere le attività con l’Europa, a un passo dal fallimento. Quindi, anche su questo fronte l’operatività con clienti che usavano questo istituto di credito è bloccata.
Niente tagli al gas dalla Russia
Sul fronte energetico ci sono spiragli. L’Italia, se rimanesse da un giorno all’altro senza il metano che viene dalla Russia, rischierebbe un vero e proprio shock energetico. In base i dati diffusi da Assolombarda, il gas russo rappresenta il 18% dei consumi italiani di energia, la percentuale più alta d’Europa (12% Germania, 4% Francia e Spagna). Ma questo pericolo è stato scongiurato dalla permanenza di Gazprombank nello SWIFT.
Taglio bollette in vigore
In pratica, al momento non sono a rischio gli approvvigionamenti di energia a causa del conflitto Russia Ucraina. Diverso è il discorso sui prezzi, che sono già in tensione da mesi e sui quali la guerra nell’Est Europa certo non influisce positivamente. Intanto è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, ed è quindi in vigore, il decreto del Governo contro il caro energia, con il taglio sulle bollette sia delle famiglie sia delle imprese per il secondo trimestre.
Il punto sul mercato dell’energia
Al momento non si registrano interruzioni di fornitura di gas. Per Draghi, però bisogna prepararsi a tutte le evenienze, anche a nuovi inasprimenti delle sanzioni se necessari. Ci sono infatti nuove indicazioni sui rischi per il mercato dell’energia derivanti dalla guerra russo Ucraina, anticipate dal premier nell’informativa alle Camere del 1° marzo:
il governo è al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche.
I piani del Governo per diversificare il mercato
L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma, e oltre il 40% proviene dalla Russia. In ogni caso, anche se ci fosse una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia non ci sarebbero seri problemi. I volumi di stoccaggio consentono di far fronte a eventuali nuove emergenze per i prossimi mesi. Il problema potrebbe porsi, eventualmente, il prossimo inverno. Le misure che l’esecutivo sta pianificando e attuando:
- l’incremento di importazioni di gas da altri fornitori come l’Algeria o l’Azerbaijan;
- un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione;
- eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevedrebbero comunque l’apertura di nuovi impianti.
Sul lungo periodo, invece, la strada è quella delle energie rinnovabili.