L’Italia sarà il Paese europeo a subire le maggiori conseguenze dell’aumento del prezzo delle materie prime energetiche, generato dalla guerra in Ucraina destinata a impattare sulle importazioni di gas dalla Russia. Il danno per l’Italia sarà triplice, come sottolinea l’analisi compiuta dal Centro studi di Unimpresa: ripercussioni economiche si avranno per la generazione di energia elettrica, per il riscaldamento delle abitazioni e per le imprese energivore sul fronte produttivo.
L’attacco russo ha già causato un innalzamento delle quotazioni sia del gas oltre quota 100 euro per megawatt all’ora, sia del petrolio portandolo a oltre quota 100 euro al barile. Lo scenario futuro peggiore, sempre secondo Unimpresa, si basa sull’ipotesi di un conflitto duraturo che porterebbe a un razionamento delle forniture di gas in Europa da parte della Russia. La grande maggioranza del gas naturale impiegato dall’Italia viene importato e proprio la Russia rappresenta la prima fonte di provenienza, pesando per circa il 45% del metano estero.
In questo modo si produrrebbe una perdita del potere d’acquisto delle famiglie e un calo di redditività delle aziende, ma anche un peggioramento dei conti pubblici. Secondo il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi:
Le conseguenze saranno durature, temo che l’inflazione compia un balzo dall’attuale 4,8% fino a superare quota 6%.
Analizzando i settori delle imprese italiane più esposti, Unimpresa distingue tra quelle che esportano (i settori più rilevanti sono quello alimentare, micromeccanica, nuove tecnologie, abbigliamento) e tra quelle che, pur non esportando, potranno comunque subire conseguenze molto gravi a causa delle sanzioni alla Russia o dai danni diretti dell’Ucraina, a partire da tutte le aziende energivore, a prescindere dalla dimensione. Ripercussioni anche per la produzione alimentare interna in riferimento al grano ucraino.
Sul versante ucraino, Confindustria Ucraina ha attivato un ufficio di emergenza per le imprese presenti nel Paese: sono oltre cento le aziende italiane con siti produttivi in Ucraina, di trasformazione o con basi operative.