Il 2021 ha visto aumentare le pratiche aperte nei tribunali fallimentari italiani, in crescita dell’8% rispetto al 2020. Secondo il report diffuso dall’osservatorio sulla giustizia fallimentare di Cherry Sea e relativo al secondo semestre dell’anno scorso, infatti, le pratiche aperte al 31 dicembre ammontavano a 8124, un dato che comunque è ancora inferiore ai valori pre-Covid.
La fotografia scattata da Cherry Sea mette anche in evidenza come sia diminuito il volume delle procedure fallimentari arretrate rispetto al 2020, mentre lo stock in tutta Italia ammonta a 72.566 procedimenti, in calo del 6% rispetto all’anno precedente.
Analizzando i dati territoriali, l’apertura di pratiche fallimentari è stata caratterizzata da un incremento soprattutto nei tribunali di Catania, Bari e Roma, in controtendenza rispetto a Busto Arsizio, Padova e Bergamo. In cima alla classifica delle città con i tribunali più “attivi” dal punto di vista fallimentare compaiono Roma con 894 nuove procedure, Milano con 810 e Catania con 253, seguite da Torino e Verona rispettivamente con 249 e 207 pratiche.
Prendendo in esame solo i venti principali tribunali italiani, vale a dire Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Roma, Torino, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza, si evince come il numero delle pratiche aperte nel corso del 2021 sia pari a 4478, circa il 20% in più rispetto al 2020. L’ammontare dell’arretrato, invece, si attesta a 32681 pendenti, in calo di appena lo 0,4%.
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Tirando le somme, la mappa delle procedure fallimentari si caratterizza per una maggiore concentrazione dei pendenti di tutta Italia tra le regioni del Nord (28.642) e del Mezzogiorno (25.337), mentre il restante terzo (18.587) al Centro. Il primato della regione con più pratiche in arretrato spetta alla Lombardia, seguita da Lazio e Campania.