Per gli investitori, la distribuzione digitalizzata di strumenti finanziari (portali online, social network) comporta una serie di vantaggi in termini di costo e flessibilità operativa, mentre per le imprese si moltiplicano le opportunità di mercato (potenzialmente internazionale) e le economie di scala (email advertising, pay-per-click advertising, local search engines, social media advertising). Esistono tuttavia anche dei rischi, su cui vigilano le autorità di settore e per limitare i quali potrebbe essere in arrivo una specifica regolamentazione.
Finanza digitale: regole e standard
A tal fine, è in consultazione pubblica – fino al 17 marzo – un documento messo a punto dalla IOSCO (International Organization of Securities Commissions), standard setter internazionale per la regolamentazione dei mercati, di cui fa parte anche l’italiana Consob. Il Rapporto, teso a individuare misure per consolidare l’attività di enforcement a tutela degli investitori a livello globale, pone particolare attenzione ai piccoli investitori (che hanno meno strumenti per valutare un’offerta finanziaria) e agli operatori del settore (che hanno tutto l’interesse a essere tutelati e valorizzati attraverso un’adeguata regolamentazione del mercato).
La fotografia del mercato
Il report presenta una lunga serie di dati sul modo in cui il mercato si sta evolvendo, offre una panoramica sulle tecniche utilizzate (online targeting, programmatic advertising, retargeting) e le potenziali insidie. Ad esempio, le campagne regolate da algoritmi (programmatic) non consentono il controllo sulla diffusione, per cui un messaggio che ha scopo pubblicitario potrebbe alla fine danneggiare la reputazione di un’azienda. Lato investitori, i rischi sono di immediata comprensione: informazione distorta e violazioni della privacy.
Proposte
Il report offre anche una griglia di misure allo studio per standardizzare il mercato e prevenire scorrettezze, con proposte di nuova regolamentazione a tutela degli investitori. Tra le ipotesi, segnaliamo di seguito le principali.
- Chiedere alle aziende regole e procedure per le attività di marketing e distribuzione online, da aggiornare periodicamente, per assicurare che l’utilizzo di strumenti come profilazione, tecniche comportamentali e gamification avvenga nel pieno rispetto degli investitori, evitando danni e scorrettezze.
- Prevedere filtri per onboarding degli investitori, nel rispetto delle regole del mercato nazionale di riferimento: durante la fase di ingaggio, l’informazione deve essere chiara, corrette e non ingannevole.
- Il management ha la responsabilità per l’accuratezza delle informazioni fornite ai potenziali investitori, anche attraverso social media e influencer, che devono essere accompagnate da indicazioni su potenziali rischi o conflitti di interesse.
- Le autorità che regolano il mercato devono assicurarsi di avere adeguata capacità di supervisione e monitoraggio costante, nel rispetto delle rispettive regolamentazioni nazionali, ad esempio accedendo a contenuti che nascondono promozione illegali o ingannevoli, canali di informazione per i risparmiatori, strumenti di tracciamento in grado di star dietro alla veloce evoluzione del mercato.
- Le aziende che propongono strumenti digitali devono farlo attraverso personale qualificato.
- Compliance con le norme dei diversi mercati.
- Informazione chiara, corretta e non ingannevole sulla tracciabilità dei prodotti proposti. All’interno di questo pillar c’è la proposta di un registro consultabile da tutti che consenta di verificare, ad esempio, se un sito web appartiene a un’azienda autorizzata a proporre servizi in un determinato paese.
Ci sono infine alcune proposte che riguardano più da vicino l’attività di controllo delle authorities, che comprendono sia gli strumenti da utilizzare sia adeguate policy di collaborazione internazionale e arbitraggi.