I mercati del Private equity e Venture capital si confermano i maggiori canali alternativi al credito bancario per le piccole e medie imprese, seguiti dall’Invoice trading che nel 2021 ha registrato un incremento del 7,5% rispetto al 2020: Solo nel primo semestre del 2021, le PMI hanno incassato circa 1,98 miliardi di euro, con un incremento del 91% rispetto allo stesso periodo del 2020.
E’ quanto emerge dal quaderno di ricerca “La finanza alternativa per le PMI in Italia” curato dal Politecnico di Milano con il supporto di Unioncamere ed Innexta, giunto alla quarta edizione.
Lo studio fornisce un quadro completo ed esaustivo degli strumenti di finanza alternativa al credito bancario in Italia: Minibond, Crowdfunding, Invoice trading, Direct lending, Icos e Cryptoasset, Private equity e Venture capital, facendo luce sui trend dominanti per quanto riguarda l’accesso al capitale da parte delle PMI nazionali.
Ecco il contributo che i singoli strumenti di finanza alternativa hanno dato alla raccolta di risorse finanziarie per le PMI ed i principali trend emesersi.
- L’industria dei Minibond continua a crescere stabilmente fin dal 2013.
- L’Equity Crowdfunding si caratterizza per un ottimo tasso di crescita negli ultimi anni, anche grazie all’estensione di questa opportunità a tutte le PMI. Le aziende italiane che hanno provato a raccogliere capitale di rischio sulle piattaforme Internet autorizzate fino al 30 giugno 2021 sono 742;
- Le piattaforme di Invoice trading italiane hanno mobilitato per le PMI 1,24 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi;
- il Direct lending rappresenta il segmento dove è più difficile raccogliere informazioni esaustive. Nuovi fondi continuano comunque ad arrivare sul mercato;
- Il sistema di Initial Coin Offerings (ICOs), usato per raccogliere capitale su Internet offrendo in sottoscrizione token digitali, è di grande attualità e negli ultimi tempi si sono affermati i collocamenti di NFT (Non Fungible Tokens) ma con ancora limitate applicazioni in ambito industriale;
- Private equity e Venture capital sono caratterizzati da un mercato italiano ancora sottodimensionato rispetto alla situazione di Germania e Francia. Da luglio 2020 a giugno 2021 il flusso è stato pari a 1,22 miliardi, tornato ai valori pre-Covid.