Sono un ricercatore precario e ho vinto un concorso a tempo indeterminato presso una PA. È possibile, a fine periodo di prova, chiedere all’Ateneo di provenienza una ulteriore aspettativa non retribuita?
Chi vince un concorso per un contratto a tempo indeterminato nella Pubblica Amministrazione, a fronte di due contratti di lavoro è soggetto a regole più stringenti rispetto a quanto avviene nel privato, dove i vincoli sono più elastici e possono variare a seconda dei CCNL applicati.
Nel Pubblico Impiego, le regole sono severe: non è possibile svolgere un altro lavoro perché il contratto dei dipendenti pubblici a tempo indeterminato si intende in esclusiva. Lo prevede l’articolo 53 del dlgs 165/2001. Sono previste una serie di eccezioni, per esempio relative a determinati incarichi di Magistrati o altre tipologie di Professionisti.
Ma non mi pare che ci siano deroghe per i ricercatori universitari. Dovrebbe però essere possibile il contrario, ovvero prendere l’aspettativa dall’ente pubblico presso il quale lei ha il contratto a tempo determinato per svolgere l’attività di ricercatore all’università.
=> Aspettativa a tempo indeterminato
Lo prevede l’articolo 24 della legge 240/2010: l’articolo 9-bis stabilisce che per tutto il periodo di durata dei contratti di ricerca a tempo determinato, i dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono collocati, senza assegni né contribuzioni previdenziali, in aspettativa ovvero in posizione di fuori ruolo nei casi in cui tale posizione sia prevista dagli ordinamenti di appartenenza.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz