Governo Draghi in cerca di intese con i Sindacati sula riforma pensioni: dopo le tensioni degli ultimi colloqui, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato i leader delle sigle confederali Uil, Cisl e Cgil per il 20 dicembre, con l’obiettivo di arrivare ad una formula condivisa per quanto concerne le misure da inserire nella Legge di Bilancio 2022, la cui approvazione definitiva potrebbe arrivare prima di Natale.
Vertice Pensioni: i temi sul tavolo
Sul tavolo dovrebbero esserci misure come Quota 102, APE Sociale e pensione anticipata per addetti a lavori gravosi, tuttavia non è da escludere che si estenda il confronto anche su alcuni dei temi più caldi della Manovra, come il taglio delle tasse ai pensionati, la soglia per la no tax area e la riduzione di aliquote e scaglioni IRPEF.
Le richieste sindacali
Sul fronte pensionistico, le richieste sindacali contemplano una spazio molto più ampio alle tutele delle fasce deboli, a partire dai gravosi (il cui elenco allargato dovrebbe essere esteso anche ai beneficiari della pensione dei precoci e non soltanto alle categorie ammesse all’Ape Sociale) per proseguire con donne (Opzione Donna strutturale), giovani (pensione minima garantita in futuro) e anziani (rivalutazioni degli assegni pensionistici per tutelarne il potere d’acquisto). Su tutto, la proposta (ormai quasi ufficialmente accantonata) di estendere la Quota 41 per tutti.
Lo sciopero e i motivi del dissenso
Il 16 dicembre resta intanto confermato lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil, mentre la Cisl ha preso le distanze dalla protesta, preferendo battere la strada della concertazione morbida, per tutelare il dialogo sociale con il Governo, il quale si è mostrato aperto a confrontarsi sui vari temi della Manovra ancora aperti, compresa la riforma degli ammortizzatori sociali e la revisione degli accordi di smart working, ricondotti nell’alveo della contrattazione collettiva.
Sulla riforma fiscale, in particolare, il Governo sembra propenso ad accogliere la proposta dei partiti di maggioranza, che destina il grosso degli 8 miliardi già stanziati al riordino della tassazione IRPEF, peraltro in linea con i medesimi obiettivi sindacali volti a tutelare i ceti medi e bassi. La richiesta di Cgil e Uil, invece, è di utilizzare per intero le risorse a disposizione a beneficio di lavoratori e pensionati, escludendo forme di alleggerimento fiscale per autonomi e imprese.