Il 35% delle PMI italiane ha mantenuto invariato il merito di credito durante la pandemia, dimostrandosi capaci di superare il periodo di difficoltà economica: lo ha rilevato la società fintech Modefinance, secondo cui la complessiva qualità economico-finanziaria durante la crisi Covid è comunque mutata, come si evidenzia dalla distribuzione delle aziende per classe di rating.
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Vediamo di seguito le evidenze dello studio.
Scoring aziendale: la curva del rating
Sebbene non si sia registrato il temuto spostamento di massa verso le classi di scoring peggiori (CC e CCC), si è manifestato uno schiacciamento della curva della distribuzione, con una minore concentrazione delle aziende nelle fasce centrali (B e BB), a favore sia di quelle a rischio maggiore (da CCC a D), sia di quelle a rischio minore (da BBB in su). Nel dettaglio:
- le classi da BBB a AAA (più sane) sono passate dal 42,86% al 46,85%, con picco della classe A (buona) a 15,19%,
- la classe B (appena sotto della sufficienza) ha registrato un calo di aziende dal 21,48% al 17,55%,
- la classe BB (di sufficienza) è passata da 25,51% al 23,42%,
- le classi da D a CCC hanno visto aumentare le aziende dal 10,14% al 12,19%, con il principale rialzo nella classe CC (+34,81%),
Indicatori: gli effetti della pandemia
L’area d’analisi che ha risentito in modo più diretto gli effetti dell’emergenza sanitaria nell’esercizio 2020 è la redditività. Il blocco delle attività ha impattato direttamente sul fatturato delle PMI e, a cascata, su tutti i margini e i rapporti che rispecchiano la profittabilità delle aziende. Un secondo forte indicatore degli effetti della pandemia è la distribuzione delle imprese tra quelle che hanno chiuso il 2020 in utile e quelle che hanno fatto invece fatto registrare un risultato d’esercizio negativo. Le PMI in perdita sono passate dall’11,7% al 16,09%, quelle in utile viceversa si sono ridotte all’84%, dal precedebe 88%.
Stime per il futuro
Le proiezioni vedono tre possibili scenari (positivo, neutro, negativo), con il merito di credito che migliora la maggior parte delle volte. Anche nello scenario neutrale le imprese nelle fasce centrali mostrano una probabilità di upgrade intorno al 30%, probabilità che invece cala al di sotto del 20% per le classi più fragili. In ogni caso, una combinazione dei tre scenari è considerata la reale situazione che si evidenzierà con i bilanci 2021. Ciò, implica che le imprese più “deboli” potrebbero non usufruire dei benefici del rimbalzo misurato in termini di PIL. La situazione non è tuttavia eccessivamente allarmante, anche per lo scenario negativo si osserva come le probabilità maggiori siano quelle di mantenere invariata la propria classe di rating.