Prende forma il taglio delle tasse da inserire nella Legge di Bilancio, dopo i primi vertici di maggioranza presso il Ministero dell’Economia per trovare un’intesa sulla norma da inserire in Manovra 2022 nel corso del passaggio in Senato. Sul tavolo ci sono diverse ipotesi, con simulazioni per calcolarne benefici e impatto della riforma IRPEF in via di definizione. Degli 8 miliardi che la Manovra mette a disposizione per il taglio delle tasse, almeno 6 miliardi andrebbero alla riduzione IRPEF (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) mentre 2 miliardi andrebbero al taglio IRAP a beneficio delle imprese.
Riforma IRPEF
Per quanto riguarda l’IRPEF l’obiettivo condiviso è di ridurre la pressione fiscale sul ceto medio. Secondo le indiscrezioni più gettonate, i lavori si stanno concentrando su una possibile riduzione degli scaglioni IRPEF. Il ministro dell’Economia Daniele Franco, in particolare, sarebbe favorevole al taglio di aliquota del terzo scaglione di reddito (28mila-55mila euro), con una riduzione dal 38% al 34-36%. In base alle stime, il costo sarebbe di un miliardo per ogni punto in meno, mentre se si intervenisse sul secondo scaglione di reddito al 27% (per redditi tra 15mila e 28mila euro), la riduzione di aliquota sarebbe più costosa, attestandosi sui due miliardi per ogni punto in meno.
Riforma IRAP
C’è un accordo di massima sull’obiettivo di modulare la misura a favore di PMI e del lavoro autonomo. Due le ipotesi: eliminare l’imposta regionale sulle attività produttive per società di persone e ditte individuali oppure prevedere una sorta di no tax area fissando una soglia di fatturato al di sotto della quale non si paga l’IRAP.
Cuneo fiscale
Per quanto riguarda l’IRPEF dei lavoratori dipendenti, la revisione delle aliquote sarebbe affiancata da un riordino delle detrazioni sul lavoro dipendente (cuneo fiscale in busta paga), che riassorbirebbe anche l’attuale credito d’imposta da 100 euro (il bonus IRPEF che integra l’ex Bonus Renzi). Per quanto concerne la riduzione d’imposta per le imprese, le rappresentanze delle PMI insistono sull’esigenza di tagliare le tasse anche per autonomi e piccole imprese, mentre Confindustria si esprime a favore di un taglio del cuneo fiscale per le imprese e i Sindacati propongono di destinare le risorse a lavoratori e pensionati. Su queste ipotesi, ci sono stime di scenario presentati da Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’ISTAT. Se gli 8 miliardi previsti in Manovra fossero interamente destinati al calo del cuneo fiscale sul lavoro, si registrerebbe un incremento del reddito delle famiglie dello 0,71% rispetto al valore del 2020 e dello 0,69% sul 2019. Se andassero ad abbassare il prelievo fiscale sulle retribuzioni, ridurrebbero il carico medio dell’1,6% rispetto al 2020 e dell’1,5% rispetto al 2019.