Conto alla rovescia per le imprese che intendono chiedere il cosiddetto contributo a fondo perduto perequativo, previsto dal decreto 73/2021 (i cui criteri di base sono fissati nei commi da 16 a 27 dell’articolo 1), in alternativa ai ristori basati sulla perdita di fatturato versati nei mesi scorsi: è in arrivo l’atteso decreto del Ministero dell’Economia che specifica il requisito della perdita di risultato nel periodo d’imposta 2020 rispetto a quello precedente.
Calcolo perdita
Secondo le anticipazioni, hanno al cfp perequativo imprese e Partite IVA attive al 26 maggio 2021 con un peggioramento del risultato economico 2020 rispetto al 2021 superiore al 30%. La certezza si avrà non appena il provvedimento sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Vediamo intanto, in base alle anticipazioni, come si calcola l’indennizzo di fine anno basato sul peggioramento dell’utile 2020.
Calcolo contributo
Fissati anche i criteri per determinare l’ammontare del contributo (come previsto dal dl 73/2021, nel frattempo convertito in legge), che non può superare i 150mila euro per impresa. Il meccanismo è il seguente: prima si calcolo la differenza di utile fra il 2019 e il 2020, poi al risultato si sottrae l’ammontare dei contributi a fondo perduto già incassati in base ai diversi decreti Ristori e Sostegni che si sono succeduti durante l’emergenza Covid, infine si applica un’aliquota che cambia a seconda delle dimensioni di fatturato.
Aliquote per il ristoro
- Ricavi fino a 100mila euro: il 30% della differenza fra l’utile 2019 e quello del 2020,
- ricavi fra 100 e 400mila euro: 20%,
- ricavi fra 400mila e 1 milione di euro: 15%,
- ricavi fra 1 e 5 milioni di euro: 10%,
- ricavi fra 5 e 10 milioni di euro: 5%.
Attenzione: se dal calcolo sopra riportato risulta una somma superiore ai contributi già ricevuti durante l’emergenza, non spetta questo ulteriore ristoro.
Domanda
Per ottenere il contributo le imprese dovranno presentare specifica domanda all’Agenzia delle Entrate, in base a una procedura che verrà dettagliata con apposito provvedimento. C’è però un vincolo dichiarativo: bisogna aver presentato la dichiarazione dei redditi 2020 entro il 30 settembre 2021. E deve essere stata validamente presentata anche la dichiarazione 2019.
Solo quando si conoscerà il testo definitivo del decreto ministeriale si saprà con certezza quali sono i criteri per l’accesso al contributo perequativo e le aliquote per determinare l’assegno spettante.