Il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022, approvato in Consiglio dei Ministri il 15 ottobre, conferma che la quarantena Covid e l’isolamento fiduciario obbligatorio restano equiparati alla malattia fino al 31 dicembre 2021 e, per i dipendenti non coperti dalla tutela INPS, introduce un rimborso forfettario all’azienda, per ciascun lavoratore che non possa essere adibito a smart working: almeno è quanto si evince dall’ultima bozza del provvedimento portata in CdM.
In pratica, nel testo proposto in Consiglio si modifica l’articolo 26 del DL 18/2020, inserendo il comma 7-bis, in base al quale ai datori di lavoro del settore privato con obbligo previdenziale presso le gestioni INPS, per le assenze durante il periodo dal 31 gennaio 2020 fino al 31 dicembre 2021, hanno diritto a un rimborso forfettario per gli oneri sostenuti nei confronti dei lavoratori che non non aventi diritto all’indennità di malattia INPS
Per ciascun anno solare, il rimborso è riconosciuto al datore di lavoro una tantum per ogni singolo lavoratore, ed è previsto solo nei casi in cui la prestazione lavorativa, durante l’evento, non possa essere svolta in modalità agile.
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Il rimborso è erogato dall’INPS, per un importo pari a 600 euro per lavoratore, previa presentazione della domanda telematica corredata da dichiarazione attestante i periodi riferiti alle tutele, nelle modalità ed entro i termini che saranno indicati dall’INPS. Il beneficio fino ad esaurimento risorse, riconosciuto nel limite massimo di spesa complessivo di 188,3 milioni di euro per il 2021, dando priorità agli eventi cronologicamente anteriori. Per avere conferme tocca aspettare la pubblicazione del decreto.
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Intanto, questa novità si affianca al rifinanziamento (certo) dei congedi Covid ed alla nuova tranche di cassa integrazione gratuita (con causale Covid), assieme alle misure in materia di sicurezza sul lavoro e contrasto al lavoro irregolare.