Si stringono i termini per la definizione di una nuova Riforma Pensioni, che vedrà probabilmente tra le sue misure cardine la stabilizzazione dell’Opzione Donna, finora in vigore come misura sperimentale. Vediamo dunque quali sono i requisiti per accedere a questa forma di anticipo pensionistico che consente alle donne lavoratrici di andare in pensione con requisiti di accesso decisamente più favorevoli delle regole ordinarie e come potrebbero cambiare le regole dal 2022.
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Riforma pensioni 2022: Opzione Donna a regime?
Anche se sembra ormai certo che l’Opzione Donna diventerà una misura a regime dal prossimo anno, in realtà ad oggi – finché la norma non verrà resa strutturale dalla Riforma delle pensioni 2022 – l’opzione resta esercitabile fino al 31 dicembre 2021. Le regole per l’accesso a Opzione Donna 2021 prevedono di aver maturato entro il 31/12/2020 i seguenti requisiti:
- 35 anni di contributi, pari a 7 anni in meno rispetto ai 41 anni e 10 mesi chiesti oggi per l’accesso alla pensione anticipata;
- età anagrafica pari a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome, pari a 9 e 8 anni in meno rispettivamente rispetto ai requisiti anagrafici oggi richiesti per la pensione di vecchiaia.
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L’idea del Governo è di ridisegnare la formula Opzione Donna rendendola una misura a regime. Il progetto di legge è il C. 2904 e va a modificare, ma senza andare a stravolgerlo radicalmente, l’articolo 16 del DL 4/2019, la norma che ha prorogato per l’ultima volta la misura, introducendo anche qualche novità sul calcolo dei contributi, che devono essere pieni, ovvero senza arrotondamenti.
Dunque per l’Opzione Donna 2022 e per gli anni successivi i requisiti dovrebbero restare molto simili a quelli attuali:
- aver maturato 35 anni di contributi;
- avere un’età anagrafica pari a quella aggiornata ogni anno, probabilmente anche in base alle aspettative di vita;
- maturare i requisiti per accedere a Opzione Donna entro il 31 dicembre di ciascun anno.
L’Opzione Donna è esercitabile da parte delle lavoratrici in possesso di tali requisiti, sia del pubblico che del privato, che scegliendo questa forma previdenziale accettano di andare in pensione anticipata con assegno calcolato interamente su sistema contributivo, condizione che però con gli anni diventerà sempre meno penalizzante, essendoci sempre meno donne con quote importanti della pensione calcolate con il sistema retributivo.
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Riforma pensioni 2022: le altre proposte
Ricordiamo che sulla Riforma pensioni 2022, che dovrebbe confluire nella prossima Manovra 2022, sono state avanzate diverse proposte durante l’esame alla Commissione Lavoro della Camera. Oltre a rendere strutturale l’Opzione Donna si pensa a:
- un abbassamento dei requisiti di accesso ai trattamenti per le madri lavoratrici o i padri single (un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di 3-5 anni);
- l’introduzione della pensione contributiva di garanzia che assicuri ai giovani un assegno minimo nel caso in cui i contributi versati non bastino a raggiungere i 660 euro al mese;
- la pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età (Quota 41);
- la conferma e l’estensione dell’APe sociale;
- la pensione con almeno 62 anni e 35 anni di contributi, un assegno non inferiore all’1,5% dell’importo dell’assegno sociale e una progressiva decrescita del valore della pensione fino ai 66 anni.